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Mix farmaci salva diabetici da infezioni protesi, studio italiano

16 aprile 2014 | 12.25
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Mix farmaci salva diabetici da infezioni protesi, studio italiano

(Adnkronos Salute) - Dalla ricerca italiana "una combinazione vincente" contro le infezioni che possono colpire in modo grave i pazienti diabetici dopo l'impianto di protesi ortopediche. Uno studio milanese, pubblicato su 'Plos One', ha dimostrato nei topi l'efficacia di un mix contro queste complicanze spesso mortali. Abbinando un antibiotico e un farmaco vasodilatatore, l'infezione regredisce in 9 animali trattati su 10. La ricerca è firmata da Lorenzo Drago del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell'università Statale di Milano, in collaborazione con l'Irccs Istituto ortopedico Galeazzi e l'Istituto farmacologico Mario Negri del capoluogo lombardo. Nel paziente diabetico le infezioni delle protesi rappresentano una delle complicazioni più gravi in campo ortopedico, ricordano gli esperti dell'ateneo meneghino: oltre a determinare spesso il fallimento dell'impianto, sono purtroppo caratterizzate da una elevata mortalità. Un meccanismo caratteristico all'origine di questo tipo di infezioni, causate da una varietà di microrganismi, è la formazione di biofilm: una struttura all'interno della quale i batteri aumentano la loro resistenza, rendendo vane o comunque non risolutive le terapie antibiotiche. A causa delle problematiche vascolari che lo accompagnano, il diabete è un concreto fattore di rischio per la produzione del biofilm e l'aumentata virulenza dei germi. Per questo l'incidenza delle infezioni protesiche tra i diabetici è particolarmente diffusa, in forme particolarmente severe. Utilizzando modelli animali diabetici (topi) con infezioni protesiche sperimentalmente indotte da Stafilococco aureo, uno dei germi più aggressivi e temuti in ambito sanitario - riferiscono dalla Statale di Milano - i ricercatori hanno sperimentato con successo l'associazione tra la terapia antibiotica e un vasodilatatore. Lo studio, che si è avvalso di indagini ematologiche, di microtomografia computerizzata e di avanzate tecniche microbiologiche, ha evidenziato come la combinazione di una cefalosporina con un vasodilatatore, la prostaglandina PgE1, sia più efficace nel contrastare la colonizzazione batterica e la formazione del biofilm rispetto alla terapia antibiotica standard. Circa il 90% degli animali trattati con questa associazione ha presentato una regressione dell'infezione. "Questo è il primo studio - commenta Drago - che descrive l'uso di prostaglandina PgE1 come profilassi nella osteomielite o nella colonizzazione batterica in caso di infezioni correlate all'impianto nel topo diabetico. E' un grande passo avanti, che potrà aprire nuovi scenari sia per studiare più in profondità i meccanismi attivati dai vasodilatatori nel prevenire l'osteomielite e la colonizzazione batterica del sito infetto, sia per valutare nuove strategie terapeutiche direttamente nel paziente diabetico".

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