(Adnkronos Salute) - Rinnova la sua disponibilità al dialogo, ma la Croce Rossa pone comunque come condizione irrinunciabile la privatizzazione delle sue realtà territoriali. "Solo ponendo le basi per un dialogo equo e che tenga conto da un lato della legislazione vigente che la Cri è tenuta a rispettare dall’altro della chiara e forte volontà della stragrande maggioranza della base associativa, si possono gettare le basi per un confronto serio per far cessare un’inutile conflittualità".
"Come i sindacati hanno sempre saputo - ricorda la Cri - il contributo statale garantisce a malapena e con gravissime difficoltà il solo personale a tempo indeterminato. Non è possibile che gli stessi sindacati non si rendano conto, come già avvenuto nel 2011, del gravissimo errore politico che stanno commettendo. Manca poco all’applicazione della privatizzazione totale - conclude Cri - e ora sta passando l’ultimo treno per tentare di migliorare insieme la riforma: se si continuerà a restare divisi la strada è già segnata, ma i sindacati si devono prendere le proprie responsabilità anche nei confronti del personale a tempo indeterminato, civile e militare".
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