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'La vita è un'altra cosa', petizione di Mina Welby per legalizzare eutanasia

05 maggio 2014 | 15.03
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'La vita è un'altra cosa', petizione di Mina Welby per legalizzare eutanasia

(Adnkronos Salute) - "Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Mi chiamo Mina e queste sono le parole dell'uomo che ho sposato: Piergiorgio Welby". Inizia così il videoappello di Mina Welby su Change.org per la petizione, lanciata oggi, che chiede ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, di calendarizzare la proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia e la regolamentazione del testamento biologico depositata a settembre 2013. "Dal 13 settembre 2013 la proposta di legge di iniziativa popolare firmata da 78.973 persone per la legalizzazione dell'eutanasia e la regolamentazione del testamento biologico non è stata nemmeno presa in considerazione - si legge nella petizione - Il 18 marzo 2014 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera aperta a Carlo Troilo, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato che 'il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia'". Tuttora, sottolinea la petizione, chi aiuta un malato terminale a morire rischia fino a 12 anni di carcere. "Se anche per te bisogna vivere liberi fino alla fine - è l'appello finale di Mina Welby - firma la petizione per la calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia e la regolamentazione del testamento biologico su Change.org affinché il Parlamento ne discuta".

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