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Fecondazione: la denuncia, a Roma coppia lasciata sola ad abortire in ospedale

10 marzo 2014 | 15.53
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Roma, 10 mar. (Adnkronos Salute) - Valentina e Fabrizio sono l'ultima coppia che in ordine di tempo ha ottenuto dal Tribunale di Roma un'ordinanza che solleva il dubbio di legittimità costituzionale delle legge 40. Valentina, infatti, è portatrice di una grave anomalia genetica e alla coppia è stato negato l'accesso alla fecondazione assistita e alla diagnosi genetica preimpianto per impedire la trasmissione della patologia al nascituro. Ma i due giovani prima di arrivare alle carte bollate per provare ad avere un figlio sano, hanno vissuto sulla propria pelle l'esperienza di diversi aborti, l'ultimo in ospedale senza nessun tipo di assistenza.

"Valentina ha abortito da sola nel bagno dell'ospedale Pertini di Roma - spiega Filomena Gallo, segretaria dell'Associazione Coscioni, nonché uno dei legali della coppia, presentando oggi a Roma il provvedimento del Tribunale - questa è omissione di soccorso, un reato penale, anche se la coppia ha deciso di non denunciare la struttura. E' la dimostrazione di come la legge 194 in Italia non garantisce sempre la presenza di un medico non obiettore nel caso dell'interruzione volontaria della gravidanza".

Il primo tentativo della coppia di avere un figlio termina con un aborto, a causa di una gravidanza extrauterina. I due ragazzi non demordono e ci riprovano: al quinto mese di gestazione, tuttavia, viene effettuata una villocentesi per lo studio del cariotipo fetale. Un'analisi particolare per stabilire eventuali anomalie nell’assetto cromosomico del feto. Valentina è portatrice di una patologia genetica trasmissibile molto grave, diagnosticata nel 2006 dal Laboratorio di genetica medica del Policlinico di Tor Vergata di Roma. La villocentesi evidenzia gravi problemi nel feto, per cui la coppia deve ricorrere all’interruzione di gravidanza. (segue)

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