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Lombardia: primo Centro universitario per chirurgia parete addominale

28 febbraio 2014 | 17.31
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Varese, 28 feb. (Adnkronos Salute) - Nasce in Lombardia un centro specializzato destinato a studiare e trattare le complicanze degli interventi di ernia e la cura e il trattamento di patologie complesse della parete addominale. E' il 'Centro di ricerca di alta specializzazione sulla patologia della parete addominale e sulla chirurgia riparativa delle ernie addominali', il primo centro universitario italiano dedicato a queste problematiche - sottolinea l'univerità dell'Insubria di Varese - che può beneficiare del rigore della ricerca scientifica dell'ateneo. Il centro ha per sede il Policlinico San Donato e l'Istituto clinico Sant'Ambrogio a Milano.

La struttura tratterà i casi complessi e le complicanze postoperatorie negli interventi di ernia, oltre alle ernie di routine, e studierà biomateriali e cellule staminali. "Negli Stati Uniti e in Europa, così come in Italia, esistono degli 'Ernia Center' dove si operano in day surgery o in day hospital le ernie - spiega il direttore del centro, Giampiero Campanelli - Il nostro centro, a differenza degli altri, oltre a realizzare la chirurgia delle 'semplici' ernie inguinali e addominali di routine, tratterà in particolare la cura e il trattamento delle complicanze che sorgono da questi interventi: ad esempio il dolore cronico post-operatorio, le infezioni e le recidive; e si occuperà di casi complessi come l'ernia dello sportivo, le patologie post-gravidiche, come la diastasi dei retti o, ancora, la cosiddetta 'perdita del diritto di domicilio' nelle ernie ventrali giganti".

L'ernia inguinale - ricorda la nota - è l'intervento chirurgico più diffuso al mondo: solo in Italia nello scorso anno sono stati praticati 170 mila interventi, negli Usa 1 milione e mezzo e 4,5 milioni in tutto il mondo, ma con l'aumento del numero degli interventi sono cresciute anche le complicanze. "Il centro si occuperà, in aggiunta a tutti i casi 'normali', proprio di casi-limite - precisa Campanelli - e lo farà in modo interdisciplinare con il coinvolgimento, oltre che naturalmente del chirurgo generale, anche di chirurghi estetici, biochimici, medici legali. In certi casi, il team sarà affiancato anche da psicologi e neuropsichiatri". Trattandosi di un centro di ricerca universitario, l'altra anima, oltre quella clinica, è proprio legata alla ricerca: "I nostri ricercatori - sottolinea il direttore - studieranno anche i 'biomateriali': come le protesi biologiche e si dedicheranno anche alle cellule staminali: mettendo in incubazione le cellule prelevate dall’organismo dei nostri pazienti ne valuteranno l'interazione con le protesi e lo sviluppo in vitro".

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