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Medicina: stroke unit e robot fisioterapisti armi contro ictus

24 febbraio 2014 | 10.32
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Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - Più centri d'eccellenza - le stroke unit - e impegno per ridare ai pazienti la possibilità di camminare, con l'aiuto dei robot fisioterapisti. Sono gli strumenti per contrastare l'ictus, la terza causa di morte nel mondo e principale responsabile della disabilità. Un evento che in Italia fa ancora paura: ogni anno sono circa 190 mila i nuovi casi. E se si riducono i decessi in fase acuta, aumentano però i pazienti bisognosi di cure e assistenza nella fase di riabilitazione, visto il rapido invecchiamento della popolazione. La sfida per la medicina, quindi, è incoraggiare la prevenzione e fare di tutto per affilare le armi contro questo insidioso nemico.

"La trombolisi in fase acuta nelle stroke unit è l'ultima innovazione arrivata in questo campo. Ma i centri d'eccellenza scarseggiano", spiega all'Adnkronos Salute Stefano Paolucci, direttore Unità operativa 'F' della Fondazione S.Lucia-Irccs di Roma. Il primo passo è riconoscere prontamente i sintomi dell'ictus: disturbi del linguaggio, paralisi facciale, rapida perdita di forza in un braccio o in una gamba. E' questa la prima mossa per intervenire immediatamente con il trattamento trombolitico endovenoso. "Questo permette di sciogliere il trombo che ostruisce l'arteria cerebrale interessata e può salvare la vita - sottolinea l'esperto - Nelle stroke unit una diagnosi precisa e una riabilitazione neurologica nella fase acuta dei pazienti colpiti da ictus ne riducono la mortalità in modo significativo, come pure il livello di disabilità nello svolgimento della vita quotidiana e la necessità del ricovero in una struttura 'ad hoc'. Purtroppo - chiosa Paolucci - questi centri sono ancora a macchia di leopardo in Italia e questo è un problema per i pazienti".

Il 20 febbraio è nata a Firenze una super società scientifica, 'Iso-The Italian stroke organization', una nuova realtà in cui sono confluite altre associazioni che si occupano di ictus. La nuova sigla promette non solo di continuare il percorso intrapreso negli anni precedenti, ma punta ad introdurre novità per restare il più importante punto di riferimento italiano in campo medico per l'ictus cerebrale. (segue)

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