Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - Gli enti privati che si occupano di ricerca medico-epidemiologica non possono utilizzare dati personali raccolti dalle strutture pubbliche di dialisi, senza aver prima informato i pazienti in cura e aver acquisito il loro consenso. In alternativa, devono utilizzare esclusivamente dati anonimi. Lo ha stabilito il Garante della privacy nel vietare l'uso dei dati personali dei pazienti a un'associazione di medici nefrologi che gestisce un importante registro italiano delle persone con insufficienza renale cronica. Altri accertamenti sono tuttora in corso per valutare anche la correttezza dei trattamenti di dati effettuati da parte delle strutture pubbliche coinvolte.
Dai riscontri raccolti dall'Autorità, a seguito di un'ispezione avviata d'ufficio, è emerso che i responsabili dei registri regionali e provinciali di dialisi e trapianto, gestiti da enti pubblici, inviavano a questa associazione dati clinici disaggregati sui pazienti con insufficienza renale cronica in trattamento dialitico presso i centri territoriali. I dati erano prima raccolti dall'associazione in un proprio registro nazionale al fine di effettuare analisi statistiche ed epidemiologiche e poi trasferiti su un analogo registro privato europeo. (segue)