(Adnkronos Salute) - Nelle Regioni in cui manca la regolamentazione - ricorda l'associazione - l'unica alternativa per i malati sembrerebbe quella di dover affrontare notevoli spese o, peggio, scegliere sconsigliabili scorciatoie illegali, commettendo dei reati, che in generale restano tali anche se per scopo di cura. Esiste invece la possibilità, per i pazienti che si trovino nell'impossibilità economica di importare le medicine, di rivolgersi al Tribunale e chiedere l'emissione di un provvedimento d'urgenza. Il procedimento si definisce in un paio di mesi. Se il ricorso viene accolto, il Tribunale ordina alla Asl del luogo di residenza del malato di fornire i farmaci a proprie spese, dopo averne curato l'importazione.
"E' essenziale documentare, al giudice, con adeguati pareri e prescrizioni mediche - meglio se si tratta di medici della stessa Asl tenuta alla fornitura - che l'utilizzo dei farmaci cannabinoidi è l'unica cura realmente efficace per la malattia di chi li richiede e che non è possibile trarre gli stessi benefici da altri farmaci normalmente forniti dal Servizio sanitario. Sussistendo questi requisiti, i Tribunali hanno finora ritenuto che il diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, consenta di superare i vuoti legislativi e non possa essere limitato da eventuali problemi di bilancio delle Asl. I pazienti che si trovano nelle più serie condizioni di indigenza (reddito famigliare inferiore a 10.766,33 euro) possono anche accedere al patrocinio legale a spese dello Stato, evitando così di sostenere spese per la procedura".