(Adnkronos Salute) - Nella sua analisi della 'saga Stamina' l'Unione medici italiani fissano 5 punti fermi:
"Uno: è stato chiarito da parte di Aifa che non ha mai dato alcuna autorizzazione. Due: non pare che l'uso del trattamento Stamina agli Spedali Civili di Brescia avesse le caratteristiche di una sperimentazione (al contrario di quanto dichiarato dall'Asl di Brescia). Tre: non si trattava (e non si tratta) di cure compassionevoli per le quali si devono comunque usare terapie autorizzate. Quattro: tutti i trattamenti, prima concordati con Stamina poi ordinati dalla magistratura, hanno comportato e comportano per gli Spedali Civili enormi spese legali, ma anche sanitarie, forse neppure adeguatamente calcolate, senza contare altri costi gestionali. Su tutto ciò pare stia intervenendo la Corte dei Conti. Cinque: le istituzioni locali, Spedali Civili compreso, devono vigilare ordinariamente sull'appropriatezza dei ricoveri e delle prestazioni diagnostico-terapeutico. Tale funzione di controllo deve avere come riferimento le varie patologie e i singoli casi. Inoltre tale funzione di controllo non è, a nostro avviso, sospesa dagli atti della magistratura e tantomeno per la convenzione del metodo Stamina".
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