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Olimpo scienza non è rosa, solo 11% vertici e 3% Nobel è donna

19 maggio 2014 | 14.55
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Olimpo scienza non è rosa, solo 11% vertici e 3% Nobel è donna

(Adnkronos Salute) - AAA, 'quote rosa' della scienza cercasi. La carriera delle donne nel mondo della ricerca si conferma una parabola discendente. I camici rosa risultano sottorappresentati a tutti i livelli universitari nelle discipline scientifiche. Se l'equilibrio di genere costituisce la norma nelle scuole secondarie, soltanto il 32% delle lauree scientifiche sono ottenute da donne. E più si salgono i gradini della carriera scientifica, più il colore rosa si annacqua: meno di un ricercatore su 3 è donna (29%) e un dottorando su 4. Percentuali che scendono a quota 11% quando si approda alle più alte cariche accademiche in ambito scientifico, per arrivare alla disfatta totale dei Nobel: meno del 3% dei premi assegnati nelle discipline scientifiche è stato conferito a donne. "Solo 16 su 500", spiega Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale per l'Unesco, ricordando anche che "nessuna Medaglia Fields è mai stata assegnata a una matematica".

La fotografia sulle donne e la scienza è stata scattata da un rapporto commissionato da Fondazione L'Oréal e diffuso oggi a Milano, nel giorno in cui sono state assegnate le borse di studio della 12esima edizione del programma 'L'Oréal Italia Per le donne e la scienza' (istituito in collaborazione con la Commissione nazionale italiana per l'Unesco) a 5 giovani promesse della scienza tricolore. Il quadro che emerge dai dati raccolti nel 2013 in 7 Paesi - Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, Cina - mostra che la 'maledizione dell'imbuto', che perseguita le donne con il camice e ne restringe i numeri man mano che ci si avvicina ai vertici, colpisce ancora. E poco cambia se la quota delle ricercatrici a livello mondiale è cresciuta del 12% nello scorso decennio, secondo l'Istituto di statistica dell'Unesco (che ha sondato la situazione in 129 Paesi, escluso Brasile, Cina e India).

La proporzione delle donne a capo di istituti scientifici oscilla fortemente da un Paese all'altro: sono il 6% in Giappone, il 34% in Spagna, il 27% negli Usa, il 29% in Francia (dati Boston Consulting Group). Comunque pochissime rispetto ai colleghi uomini che salgono nell'Olimpo della scienza. Ma cosa frena i cervelli rosa, cosa li tiene lontani dal mondo della ricerca scientifica? Secondo gli esperti non è una questione di performance, quanto piuttosto di "stereotipi". Negli istituti secondari, dove la scelta delle materie di studio è minima o nulla, le ragazze ottengono nelle materie scientifiche risultati pari a quelli dei ragazzi, secondo quanto emerge dall'indagine 'Pisa1' dell'Ocse. Ma poi una ragazza che frequenta un istituto superiore ha 3 volte meno probabilità rispetto a un compagno maschio di ottenere un dottorato di ricerca in ambito scientifico.

E' già al livello delle scelte per il futuro che pesano gli stereotipi, sottolineano gli esperti: "Non solamente le ragazze, ma anche i genitori, gli insegnanti e la società nel suo complesso, nutrono preconcetti fuorvianti che scoraggiano le giovani dallo studio della scienza", si legge nell'analisi. Un pensiero su tutti tormenta chi è tentata dalla vita di laboratorio, ma ci rinuncia: "Non voglio essere considerata una 'scienziata pazza' senza capacità sociali, isolata e sola", stereotipo che si accompagna alla teoria secondo cui gli uomini riuscirebbero meglio delle donne nella scienza, nonostante ci siano prove che dimostrano il contrario. Il risultato è che "purtroppo le donne nella ricerca sono tuttora sottorappresentate - riflette Cristina Scocchia, amministratore delegato di L'Oréal Italia - Il gap di genere esiste e si costruisce sin dall'età scolare. Ma sono convinta che sia il talento e l'impegno a fare la differenza nella scienza, così come in altri ambiti, ed è quindi inconcepibile privarci del talento di metà dell'umanità: ora più che mai la scienza ha bisogno delle donne".

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