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Sanita' Veneto: Regione, primi a sperimentare 'psicologo di base'

27 maggio 2014 | 15.12
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Venezia, 27 mag. (Adnkronos Salute) - La Regione Veneto, "prima in Italia", sta per inserire nel sistema di assistenza territoriale la figura dello 'psicologo di base'. Si tratta di specialisti che verranno inseriti, per ora in via sperimentale in due Ullss (la 4 Alto Vicentino e la 7 di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso), all'interno delle Unità territoriali di assistenza primaria (Utap) e delle Medicine di gruppo con il compito di coadiuvare il medico di medicina generale nella trattazione di pazienti che presentino difficoltà di tipo psicologico, per evitare l'aggravarsi della situazione e il suo possibile evolversi in patologia psichiatrica. La relativa delibera è stata approvata oggi durante la seduta di Giunta regionale e illustrata dal presidente Luca Zaia, nel corso del punto stampa successivo.

"E' una nuova rivoluzione nell'ambito della sfida quotidiana per la qualità della vita - ha sottolineato il governatore - che parte sul territorio e fruirà di due grandi figure professionali come il medico di base e lo psicologo per dare risposte ai tanti disagi emergenti in questa fase storica, legati alla crisi economica, alle difficoltà nei rapporti sociali, ai disagi giovanili, all'insoddisfazione personale, che tante volte vengono trascurati dalle persone fino a che non diventano vere e proprie patologie. Se, come sono convinto, la sperimentazione avrà successo e il modello dimostrerà di funzionare, passeremo alla fase di costruzione della squadra veneta degli psicologi di base".

"Con questa iniziativa - aggiunge l'assessore alla Sanità Luca Coletto - ampliamo il concetto di 'sanità' classicamente inteso verso quello più ampio di 'salute', che l'Organizzazione mondiale della sanità definisce stato di benessere psicofisico, valorizzando ulteriormente il territorio e proseguendo nell’intento di portare le cure e l’assistenza sempre più fuori dall’ospedale per acuti e sempre più vicino alla gente. Lo psicologo di base si occuperà infatti di tutte quelle condizioni di una persona che non possono considerarsi una patologia ma, essendo disagio, incidono pesantemente sulla qualità della vita, a volte rendendola un inferno da vivere in piena solitudine. Non vogliamo che ciò accada più e quindi anch'io auspico che la sperimentazione riesca e si possa passare poi alla costruzione della rete veneta". (segue)

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