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Sanita': Smi, Codice deontologico e statuto Enpam gia' vecchi

06 giugno 2014 | 17.48
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Roma, 6 giu. (Adnkronos Salute) - Nuovo Codice deontologico e statuto Enpam appena nati e già vecchi, addirittura paleontologici. E' la sonora bocciatura del Sindacato medici italiani (Smi), sancita nel corso della segreteria nazionale oggi a Roma, dei due recenti documenti che interessano l'intera categoria. Per Salvo Calì, segretario generale Smi, si tratta di "un'occasione persa" è "la fotografia di una categoria che subisce le sfide della modernità, rifugiandosi su posizioni difensive e conservatrici".

Nel Codice, per lo Smi, oltre ai profili evidenziati da alcuni importanti presidenti di Ordini, che hanno votato contro questo testo (obbligo di assicurazione, tra gli altri), ha sottolineato tre ulteriori nodi critici. Il primo. "Rimane irrisolto - spiega una nota - il nodo del conflitto di interessi: il codice non interviene sul tema del rapporto tra le istituzioni mediche e la politica. Nonostante non si faccia (a parole) altro che denunciare l'invadenza della partitocrazia nel governo della sanità pubblica e delle Asl, assistiamo, invece, a processi emulativi preoccupanti: non diamo il buon esempio e pecchiamo di 'collateralismo'".

Non è possibile che un presidente di Ordine sia anche parlamentare, la rappresentanza istituzionale non si può identificare con nessun partito o schieramento. Come dimostra anche il caso dello stesso massimo esponente della Fnomceo (anche presidente del collegio di Torino), Amedeo Bianco, che al contempo è senatore. Per fare bene lobby i ruoli devono essere distinti. Ma questo problema riguarda anche la gestione dell’ente previdenziale (che ha appena riformato con molti punti fortemente critici, appunto, il proprio statuto): un presidente di ordine non può concentrare più ruoli, come essere anche componente del consiglio di amministrazione dell'Enpam o della direzione di fondazioni immobiliari. (segue)

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