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Sanità: stress e stipendi bassi, nuovi mali dei medici in corsia

23 settembre 2014 | 11.38
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Sanità: stress e stipendi bassi, nuovi mali dei medici in corsia

(Adnkronos Salute) - Medici ospedalieri insoddisfatti dei loro stipendi rispetto alle responsabilità, orgogliosi della loro professione, ma stressati da carichi di lavoro sempre più faticosi. E' quanto emerge dall'indagine condotta da SWG per l'Anaao Assomed, presentata oggi a Roma, che ha voluto tracciare un identikit dei medici ospedalieri proponendo un sondaggio condotto su un campione rappresentativo su tutto il territorio nazionale.

Dalle interviste emerge un Sos che la categoria lancia alle forze politiche e alle istituzioni. La fotografia mostra una categoria sempre più stressata che dichiara la propria insoddisfazione in modo identico per fasce di età e collocazione geografica: il 68% dei medici si sente frequentemente stanco; il 58% economicamente scontento; il 48% emotivamente sfinito. L'insoddisfazione è massima rispetto alla progressione di carriera (77%), per la quale la maggioranza dei medici (53%) ritiene che la competenza professionale conti poco rispetto alla politica che, invece, il 97% dei medici crede decisiva per gli avanzamenti professionali.

Tra le altre cause di insoddisfazione, il 75% indica il livello di retribuzione ancor prima della distribuzione di carichi di lavoro (64%), mentre un miglioramento del livello retributivo costituisce la prima della aspettative dichiarate (67%). "Un dato - spiega l'Anaao Assomed - che indica chiaramente come il blocco della retribuzione e del contratto di lavoro in vigore dal 2010 abbiano notevolmente peggiorato il potere di acquisto dei salari e la condizione economica dei medici e delle loro famiglie".

Nonostante gli aspetti negativi della professione, i medici continuano a considerare buona la qualità dei servizi offerti dal Ssn e dagli ospedali in Italia nel complesso (rispettivamente 66% e 67%). Tuttavia ritengono che ci sia un peggioramento progressivo della qualità dei servizi ospedalieri (49%), specie nel confronto con gli altri Paesi europei, tanto che il 35% degli intervistati ritiene che la sanità italiana funzioni peggio. Tra i motivi del peggioramento della qualità delle prestazioni ospedaliere i carichi di lavoro sono indicati come la causa principale, seguiti dagli scarsi investimenti nelle strutture e dalla crescita del contenzioso medico legale. Tutte le maggiori cause del peggioramento della qualità delle prestazioni sono segnalate nelle regioni del Sud più che in quelle del Nord. Il 76% dei medici si dichiara infine favorevole ad una revisione del ruolo giuridico dei medici.

"L'indagine - è il commento del segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise - dimostra che abbiamo visto giusto quando negli ultimi anni abbiamo posto con forza il problema della governance delle aziende sanitaria, e nella contrapposizione tra logiche organizzative e valori professionali una della cause principali di una questione medica che certo viene da lontano, ma che da questa crisi viene alimentata ed amplificata".

Secondo il segretario nazionale del principale sindacato della dirigenza medica, "occorre adoperarsi per portare la sanità nell'agenda del Governo e con essa i diritti del lavoro non scindibili da quelli dei cittadini. Ripartire dal lavoro, nelle sue varie forme, e dai suoi contenuti per ricordare a chi governa che senza di noi non esiste sanità pubblica e financo la crociata contro gli sprechi - conclude Troise - esige la nostra partecipazione e la nostra professionalità".

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