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I disturbi del sistema nervoso sono un'emergenza europea, spesi 800mld l'anno

14 ottobre 2014 | 16.04
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I disturbi del sistema nervoso sono un'emergenza europea, spesi 800mld l'anno

(Adnkronos Salute) - "I disturbi del cervello sono la maggior emergenza di sanità pubblica in Europa, prima delle malattie cardiovascolari ed oncologiche, perché se è vero che causano meno decessi di queste ultime, sicuramente provocano disabilità di maggiore durata". A lanciare l'allarme Monica Di Luca, consigliere della Società italiana di farmacologia e presidente eletto della Federazione europea di neuroscienze (Fens), dal convegno "La ricerca farmacologica italiana e il contributo del Giappone allo sviluppo della salute in Italia", svolto oggi a Roma.

La ricerca che riguarda l Sistema nervoso centrale "deve diventare - ha spiegato Di Luca - una priorità nell’agenda politica non soltanto italiana, ma anche europea: solo con un network scientifico di alta qualità si potrà disinnescare la ‘bomba sociale’ rappresentata da queste patologie, che riguardano circa 179 milioni di europei, con costi sanitari che ammontano a quasi 800 miliardi di euro l’anno. La scienza italiana è già in grado di produrre ricerche di primissimo livello – continua la studiosa - nonostante la cronica assenza di fondi. Capire i meccanismi del cervello è quindi un traguardo importantissimo, che deve vedere impegnati tutti: dalla comunità medico scientifica, alle istituzioni, alle aziende farmaceutiche".

L’area delle neuroscienze ha aggiunto Francesco Rossi, presidente della Sif "è sempre stata il ‘fiore all’occhiello’ della ricerca farmacologica italiana. Non a caso la Sif consegnerà un premio a quattro giovani ricercatori al di sotto dei 38 anni per attività di ricerca in questo settore". Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità, "più del 25% delle persone sviluppa almeno un disturbo mentale nel corso della propria esistenza – ha affermato Mario Maj, past president della World Psychiatric Association e direttore del Dipartimento di psichiatria dell’università di Napoli Sun – e tre di questi (depressione, schizofrenia e disturbo bipolare) sono tra le 10 cause maggiori di disabilità nella popolazione generale compresa tra i 15 e i 44 anni".

"Rispetto ai disturbi dell’umore, la schizofrenia non è una patologia comune (per quanto si possa stimare che in Italia circa 245 mila persone siano o siano state affette da disturbi di tipo schizofrenico), ma è la più grave e invalidante per la disabilità che produce, per lo stigma ad essa associato e per l’impatto sulle famiglie dei pazienti e sui servizi assistenziali. Il riconoscimento ed il trattamento precoce della schizofrenia - aggiunge Mario Maj - è oggi possibile. E’ un dato riconosciuto, infatti, che l’intervento tempestivo migliora la prognosi della malattia".

A differenza di quanto radicato nell’opinione pubblica, infatti, le patologie psichiatriche non sono inguaribili ma possono essere curate con un’alta percentuale di successo. Nell’ultimo decennio, hanno spiegato gli esperti riuniti a Roma, sono stati sviluppati numerosi trattamenti efficaci con effetti collaterali meno frequenti e meno gravi rispetto ai farmaci tradizionali. Ma se, grazie ai nuovi rimedi il percorso terapeutico mira, oltre a ridurre o eliminare i sintomi, a migliorare la qualità di vita e il funzionamento sociale del paziente e a prevenire le ricadute attraverso la continuità dell’assistenza, ancora oggi uno dei principali problemi della cura della schizofrenia è la mancata aderenza alla terapia.

"Una delle maggiori sfide nel trattamento delle psicosi è la prevenzione delle recidive, che generalmente si associano a problemi del funzionamento sociale, sofferenza individuale e aumento del carico per le famiglie e dei costi sanitari", ha sottolineato John Kane, direttore Dipartimento Psichiatria Albert Einstein College of Medicine di New York. "E la mancata aderenza alle terapie - conclude Kane - gioca un ruolo importante nell’incremento dei rischi di recidiva. Le industrie farmaceutiche stanno compiendo grandi sforzi nello sviluppo di farmaci più efficaci, meglio tollerati e più maneggevoli, come le formulazioni a rilascio prolungato che prevedono una somministrazione mensile”.

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