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Trapianti: da Senato via libera a reclusione e multe per traffico d'organi

04 marzo 2015 | 19.32
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Palazzo Madama dice sì al ddl. Nel mondo, secondo gli ultimi dati Oms, il 5% degli organi proverrebbe dal mercato illegale

Trapianti: da Senato via libera a reclusione e multe per traffico d'organi

Una multa da 50 mila a 300 mila euro, e la reclusione da 3 a 7 anni, per chi organizza o propaganda viaggi finalizzati al traffico di organi. E' il primo articolo nel testo del disegno di legge n. 992, che è stato approvato con un solo voto contrario in prima lettura oggi dal Senato.

Il ddl è stato presentato a prima firma da Maurizio Romani, vice presidente Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, e introduce nel Codice penale un nuovo reato che incrimina la condotta di traffico di organi prelevati da persona vivente. E' prevista anche l'interdizione perpetua se il reato viene commesso da chi esercita una professione sanitaria.

"Nel mondo, secondo gli ultimi dati Oms, dei 21 mila trapianti annui di fegato, 66 mila di rene e 6 mila di cuore, ben il 5% degli organi proverrebbe dal mercato illegale. Si tratta di un macabro commercio che va fermato e che spero l'ok a questo ddl con un solo voto contrario contribuisca ad arrestare". Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Sanità del Senato, commentando l'approvazione del provvedimento che ora passa all'esame della Camera. A Palazzo Madama ha ottenuto 212 sì, un voto contrario e nessun astenuto.

A ricorrere spesso al mercato 'nero' degli organi è chi vuole bypassare le liste d'attesa, spesso molto lunghe per chi combatte contro una brutta malattia e non può aspettare molto tempo. "Per far fronte a questo serve la tracciabilità dell'organo che si è ricevuto - spiega Romani - Non deve essere punito chi va in Usa alla ricerca di una speranza, ma chi commette illeciti. Questo ddl deve accendere le luci sull'importanza della donazione e del percorso offerto dalle strutture d'eccellenza che esistono nel nostro Paese".

L'auspicio del senatore è che ora la legge "abbia una via preferenziale alla Camera" e "non sia un punto d'arrivo, ma di partenza. Dobbiamo lavorare per una maggiore diffusione della cultura della donazione in Italia, che ancora manca. E' questo infatti l'obiettivo principale da raggiungere".

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