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Sanità: sindacati medici, togliere a Regioni governo Ssn

21 aprile 2015 | 13.50
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A maggio sono pronti a manifestare dove si vota per il rinnovo dei Governatori

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I medici convenzionati e dipendenti del Ssn sono sul piede di guerra contro la Conferenza delle Regioni. Tanto da chiedere di "togliere il governo del Servizio sanitario nazionale alle Regioni colpevoli di avere nei confronti dei medici e dei pazienti un atteggiamento ragionieristico che porterà presto alla fine del diritto alla salute e apre le porte alle assicurazioni private". Lo hanno sottolineato oggi a Roma, in un incontro con la stampa, le maggiori sigle sindacali dei medici convenzionati e dipendenti, che rappresentano oltre 100 mila camici bianchi italiani.

L'ipotesi e' di scendere in piazza a maggio nelle Regioni dove si vota. Per ora lo sciopero e' rimandato: "non vogliamo danneggiare i cittadini ma protestare contro chi fa scelte sbagliate", spiegano. Il 'casus belli' tra medici e Regioni è l'emendamento all’intesa fra Stato e Regioni, avanzato da queste ultime la scorsa settimana, che introdurrebbe "un’inedita responsabilità patrimoniale per i medici 'colpevoli' di aver prescritto prestazioni ritenute inappropriate", ricordano i camici bianchi.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin li ha rassicurati, sottolineando di aver rispedito al mittente la proposta avanzata dalle Regioni. "Il pericolo al momento sembra scampato - afferma Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) - La Conferenza delle Regioni è assolutamente incapace di garantire una buona assistenza. Serve un intervento del Governo con funzioni sostitutive, in modo da colmare questa carenza diventata ogni giorno sempre più evidente".

"Siamo di fronte al fallimento delle Regioni - afferma Giuseppe Lavra, segretario regionale Cimo Lazio - il fatto che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin abbia rigettato al mittente l’emendamento è un buon segnale, ma serve un intervento sul titolo V della Costituzione". Sulla stessa linea anche Giampietro Chiamenti, presidente Fimp, la Federazione italiana medici pediatri: "E' assolutamente necessario un intervento chiaro del Governo a fronte di proposte, arrivate dalle Regioni, che rischiano di minare i capisaldi su cui si fonda il nostro Ssn".

"La conferenza delle Regioni funziona come un club - afferma Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed - Ma gli assessori alla Sanità non conoscono i veri problemi. Dietro all'emendamento c'è ancora una volta l'idea tragicomica delle Regioni di fare cassa e di scaricare su pazienti e medici i propri sprechi e i costi della politica regionale, che restano sempre intatti. Le Regioni insomma cercano solo capri espiatori".

"Proposte come questa di dare ai medici la responsabilità patrimoniale in caso di esami inappropriati è solo uno dei tanti esempi di come la politica si sottrae alle proprie responsabilità per scaricarle sugli operatori e sui cittadini - osserva Roberto Lala, segretario nazionale Sumai-Assoprof - Bene ha fatto il ministro della Salute a bocciare l’ipotesi delle Regioni, ma come medici specialisti ambulatoriali non possiamo più tollerare i continui attacchi al Ssn e a chi vi lavora. Il vaso è colmo e oggi siamo qui per denunciare e far capire ai cittadini che proseguire con politiche di tagli vuol dire ormai sentenziare la fine del Ssn".

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