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Influenza: no vaccino per 2 camici su 3, appello per premi a ospedali virtuosi

05 novembre 2015 | 13.03
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(Infophoto)
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Dovrebbero essere i primi 'testimonial' della prevenzione anti-influenza, ma nemmeno loro si vaccinano: in Italia 2 camici bianchi su 3 disertano l'iniezione-scudo. "Sebbene in Italia la somministrazione dei vaccini antinfluenzali per gli operatori del settore sanitario sia completamente gratuita, si stima che meno di un terzo scelga di vaccinarsi", denuncia Waidid, l'Associazione mondiale malattie infettive e disordini immunologici presieduta da Susanna Esposito della Clinica De Marchi-Fondazione Irccs Policlinico di Milano, coordinatrice del Gruppo di studio sui vaccini (Escmid) della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive. L'esperta lancia un appello: "Per ridurre i rischi, attuare subito un programma di vaccinazione anche per gli operatori sanitari". Anche studiando un sistema di 'premi' agli ospedali più virtuosi.

"E' fondamentale che il Servizio sanitario nazionale dia il buon esempio - afferma l'infettivologa pediatra - attuando un programma di vaccinazione influenzale efficace destinato agli operatori del settore sanitario. Vaccinarsi contro l'influenza, soprattutto da parte di chi è a contatto quotidianamente con soggetti a rischio, è una questione di responsabilità personale. Eppure purtroppo oggi in Italia si registra generalmente un basso tasso di coperture vaccinali tra gli operatori sanitari, oltre che tra i pazienti ad alto rischio".

Ed ecco la proposta di Waidid: "L'implementazione di programmi vaccinali ospedalieri premianti per le strutture che raggiungono elevate coperture vaccinali potrebbe contribuire all'aumento delle stesse tra i professionisti del settore sanitario". Per Esposito, "l'introduzione di questa politica da parte del Ssn rappresenterebbe un metodo innovativo e incentivante, mirato a raggiungere gli obiettivi condivisi dalle autorità sanitarie di tutto il mondo". Con questo obiettivo l'Escmid è al lavoro per elaborare raccomandazioni internazionali sulle vaccinazioni negli adulti e negli anziani, con una specifica sezione dedicata agli operatori sanitari, allo scopo di eliminare le differenze tra Paese e Paese.

"Come tutti gli anni - aggiunge Esposito - anche quest'anno il vaccino influenzale si rivelerà particolarmente efficace in caso di utilizzo diffuso. Dobbiamo puntare a un livello di copertura che superi la soglia del 75% nelle categorie a rischio, tra cui rientrano gli operatori sanitari". La loro scarsa aderenza alla vaccinazione è un "fattore solitamente sottostimato. Dobbiamo fare di più", ammonisce l'esperta. L'Escmid raccomanda dunque al personale sanitario (medici specialisti, medici di famiglia, chirurghi, infermieri, personale ausiliario, volontari che frequentano le strutture di assistenza) di "dare l'esempio, aumentando la copertura vaccinale e fornendo ai pazienti un maggior livello di protezione".

"Un altro fattore da tenere in considerazione - prosegue la nota di Waidid - è che il vaccino influenzale rappresenta una misura estremamente efficace di protezione per i pazienti più giovani, tra i 20 e i 50 anni, una fascia di età nella quale rientra la maggior parte dei professionisti del settore sanitario. Il vaccino costituisce pertanto un eccellente strumento di prevenzione".

Conclude Esposito: "L'influenza potrebbe rappresentare una patologia grave o addirittura letale anche a livello personale. In tale scenario, il vaccino consentirà ai professionisti del settore sanitario di contribuire alla salvaguardia della salute propria e delle persone di cui si occupano".

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