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"Abbiamo aiutato una militante a morire in Svizzera", l'autodenuncia dei Radicali

21 dicembre 2015 | 17.07
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Foto di repertorio (Xinhua)
Foto di repertorio (Xinhua)

Dominique Velati, militante radicale e malata terminale, ha "voluto evitare che il suo cancro le portasse via la serenità di una morte dignitosa", ha ottenuto "il suicidio assistito in Svizzera, a Berna, ed è deceduta il 15 dicembre". Lo ha reso noto questa mattina in una conferenza stampa il radicale Marco Cappato autodenunciandosi per aver aiutato la donna a ottenere l'eutanasia. Cappato ha annunciato la disobbedienza civile e la volontà di pagare il viaggio in Svizzera ad altri malati terminali che chiederanno di ottenere l'eutanasia in quel Paese.

"Ho aiutato Dominique fornendole informazioni e assistendola nella procedura con la clinica che l'ha accolta. Ho pagato il biglietto del suo treno per Berna. In Italia - ha affermato Cappato - chi aiuta un malato terminale a morire rischia fino a 15 anni di carcere, anche se poi la persona muore all'estero. Me ne assumo la responsabilità, autodenunciandomi". I Radicali hanno deciso di costituire d'associazione 'Sos eutanasia', con una raccolta fondi pubblica per aiutare il finanziamento dei viaggi in Svizzera di vuole ottenere l'eutanasia.

Lorenzin: "Bisognerebbe aiutare malati a vivere" - "Io penso che bisognerebbe aiutare queste persone a vivere. Aiutarle a trovare nella vita, e anche nella malattia, la propria dignità, la speranza. E questo lo dico non tanto come ministro, ma come persona", ha dichiarato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "Spesso parliamo di persone abbandonate, sole, e questo forse è uno degli aspetti più tragici della malattia", ha concluso.

"Preceduti da una martellante campagna di stampa, i Radicali hanno deciso l'ultima mossa per forzare la mano al Parlamento promuovendo l'apertura di un conto bancario con cui finanziare i viaggi della morte verso la Svizzera. Il Partito Radicale assomiglia sempre più ad una compagnia di monatti, pronti a speculare sulla morte pur di promuovere la loro ideologia dei diritti individuali senza limiti", afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita Italiano. "I malati hanno invece bisogno di una compagnia solidale e di cura amorevole per dare naturale compimento ad una vita che resta un bene prezioso per tutta la comunità anche quando debole e malata - spiega Gigli - La politica non si presti a fare da sponda a questo gioco di finta disobbedienza civile, già altre volte praticato dai Radicali come avvenne per la cannabis e per l'aborto".

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