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Tumori: piemontese denuncia, Regione nega cura salvavita in Lombardia

25 marzo 2016 | 12.59
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(Fotogramma)
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"Il Piemonte mi nega la cura che mi salverebbe la vita", disponibile solo in Lombardia al Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao) di Pavia. Lo denuncia Luigi Scudieri, un 57enne piemontese malato di cancro, protagonista di una petizione online su change.org. "Qualche giorno fa mi hanno diagnosticato un tumore non operabile e non curabile con chemioterapia o radioterapia - racconta l'uomo - L'unica cura per salvarmi la vita è disponibile solo al Cnao di Pavia. La mia Regione di residenza non mi rimborserebbe però la costosissima cura, anche se non fruibile in Piemonte, perché praticata dalla Regione Lombardia. Non mi posso assolutamente permettere di pagare la cura, né posso trasferirmi in Lombardia: aiutatemi a salvarmi la vita, concedendo una deroga per questa particolarissima situazione".

Alla petizione hanno risposto sia il ministero della Salute che la Regione Piemonte. Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, spiega che "al momento l'adroterapia non è una prestazione indicata tra i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e non viene erogata in nessuna struttura della Regione Piemonte che, essendo sottoposta a Piano di rientro dal debito sanitario (dal 2010, unica Regione del Centro-Nord ad essere in questa situazione), non può rimborsare la spesa ai pazienti che si sottopongono a tale terapia in strutture di altre Regioni".

Da parte sua, la Direzione generale Programmazione sanitaria del ministero ricorda che "il ministero della Salute, per garantire a tutti i cittadini l'uniformità di accesso a questa prestazione, sia pure nel rispetto di precise indicazioni cliniche, ha inserito l'adroterapia nei nuovi Lea nazionali, in occasione dell'aggiornamento complessivo delle prestazioni di specialistica ambulatoriale. Purtroppo l'iter di approvazione, con la conseguente entrata in vigore del provvedimento, è ancora lungo e complesso, e attualmente non è possibile quantificare la tempistica".

Nella risposta, pubblicata su change.org insieme a quella ministeriale, Saitta si definisce "profondamente scosso quando mi trovo davanti a situazioni come la sua" e precisa: "Non è corretto affermare che la Regione Piemonte ha 'chiuso i rubinetti' e quindi non rimborsa" l'adroterapia. E' una sentenza della Corte Costituzionale, la 104/2013, a stabilire che le Regioni sottoposte ai Piani di rientro non possono erogare prestazioni aggiuntive rispetto ai Lea, perché questo violerebbe il principio del contenimento della spesa pubblica. Quindi la Regione Piemonte non può autorizzare i pazienti residenti nel proprio territorio a effettuare l'adroterapia o altre terapie extra-Lea presso strutture di altre Regioni, ai fini del rimborso della spesa sostenuta dai pazienti stessi".

"Peraltro - puntualizza l'assessore - mi risulta che le terapie del Cnao sono riconosciute gratuitamente, all'interno del sistema sanitario nazionale, solo dalle Regioni Lombardia e Emilia Romagna. Comprendo perfettamente come questo possa sembrare un ragionamento da ragionieri insensibili di fronte al dolore dei pazienti - prosegue Saitta - ma quando insisto sull'importanza di uscire quanto prima dal Piano di rientro è proprio per poter dare una risposta alle situazioni come la sua".

"In questo anno e mezzo - conclude l'assessore - ho lavorato duramente per rimettere i conti a posto, adottando importanti provvedimenti di programmazione sanitaria e di contenimento della spesa, per poter recuperare la necessaria credibilità presso il ministero della Salute e il ministero dell'Economia, e sono fiducioso che entro l'estate finalmente il Piemonte uscirà dal commissariamento".

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