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Sanità: Oms, 422 mln adulti con diabete nel mondo, quadruplicati dal 1980

07 aprile 2016 | 12.17
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Obesità e sovrappeso contribuiscono all'impennata del diabete (Fotogramma)
Obesità e sovrappeso contribuiscono all'impennata del diabete (Fotogramma)

Sono 422 milioni gli adulti che nel mondo convivono con il diabete, un esercito in "drammatico aumento" con numeri che sono quasi quadruplicati rispetto ai 108 milioni del 1980. E la maggior parte di questi pazienti vive nei Paesi in via di sviluppo. E' il quadro tracciato dal primo Report globale dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla 'malattia del sangue dolce', diffuso oggi alla vigilia del 'World Health Day 2016' (7 aprile). In occasione della giornata istituita per celebrare la nascita dell'Oms, nel lontano 1948, l'agenzia Onu per la sanità lancia una chiamata alle armi proprio per arginare 'l'epidemia' di diabete, rafforzando la prevenzione e migliorando l'assistenza ai malati.

A spingere in alto i numeri, fa notare l'ente ginevrino, contribuiscono obesità e sovrappeso. Le misure da mettere in campo per frenare la corsa della malattia, secondo gli esperti Oms, devono puntare prima di tutto alla riduzione dei fattori di rischio per il diabete, come l'inattività fisica e la cattiva alimentazione. "Se vogliamo fare passi avanti dobbiamo ripensare la nostra vita quotidiana: mangiare in modo sano, essere fisicamente attivi ed evitare l'aumento di peso eccessivo", afferma Margaret Chan, direttore generale dell'Oms. "Anche nei contesti più poveri, i governi devono garantire che le persone siano in grado di fare scelte sane e che i sistemi sanitari siano in grado di diagnosticare e trattare le persone con diabete".

Il diabete è in crescita in tutte le regioni del mondo. Nel 2014, l'8,5% della popolazione conviveva con la malattia, mentre nel 1980 il problema toccava il 4,7%. E non è un caso che, sempre nel 2014, più di 1 over 18 su 3 era in sovrappeso e più di 1 su 10 obeso. Se poi si pensa alle vittime del sangue dolce, continuano gli esperti, va ricordato che il diabete ha causato 1,5 milioni di morti solo nel 2012. E altri 2,2 milioni di decessi sono invece stati provocati da livelli di glucosio nel sangue superiori alla soglia ottimale e dal loro effetto amplificatore sull'impatto delle malattie cardiovascolari e altre patologie.

Il 43% di queste morti sono premature (con vittime sotto i 70 anni) e in gran parte sarebbero prevenibili adottando politiche in grado di creare le condizioni favorevoli a stili di vita sani, e in grado di favorire una migliore diagnosi e trattamento della malattia. "Ma ottenere grandi cambiamenti dipende dai governi e dal loro impegno a fare di più", spiega Oleg Chestnov, assistente del direttore generale Oms per le malattie non trasmissibili e la salute mentale.

A livello mondiale è stato fissato l'obiettivo di ridurre le morti premature da malattie non trasmissibili - diabete compreso - del 30% entro il 2030. Il report Oms mostra però come "farmaci essenziali e tecnologie per il diabete, tra cui l'insulina, sono generalmente disponibili in solo 1 su 3 dei paesi più poveri del mondo", sottolinea Etienne Krug, direttore del Dipartimento Oms per la gestione delle malattie non trasmissibili. "L'accesso all'insulina è una questione di vita o di morte per molte persone con diabete. Migliorare l'accesso ai farmaci dovrebbe essere una priorità".

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