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Dolore cronico per 1 italiano su 2, niente cure nel 33% dei casi

22 aprile 2016 | 21.49
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Circa la metà degli italiani soffre di un dolore cronico, legato in genere a patologie di natura artrosica e che, nella maggior parte dei casi, si protrae per parecchi mesi. Nonostante il 90% dei pazienti sia colpito da una sofferenza di intensità media o forte, 1 su 3 non riceve alcun trattamento. Chi segue invece una cura spesso assume terapie non appropriate, con un impiego ancora limitato di oppioidi e un uso eccessivo di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), a rischio di effetti collaterali a carico di stomaco e cuore. Questi, in sintesi, alcuni risultati dell’indagine 'Pain in Italy', promossa da Movimento consumatori, in collaborazione con il Centro Studi Mundipharma, e presentata oggi a Milano.

La ricerca, svolta da ottobre a dicembre 2015 su un campione di oltre 2.200 italiani di età adulta (52,5% donne), è stata condotta sia attraverso la compilazione di un questionario online, pubblicato sul sito di Movimento consumatori, sia attraverso interviste 'face to face' realizzate dai volontari alle persone che accedevano agli sportelli dell'associazione presenti in 8 città italiane (Torino, Milano, Livorno, Roma, Foggia, Andria, Palermo, Caltanissetta). Obiettivo dell’indagine: tracciare un quadro aggiornato della 'malattia dolore' in Italia, a distanza di 6 anni dalla legge 38 del 2010 e a oltre un decennio da 'Pain in Europe', che aveva evidenziato nel nostro Paese come il problema riguardasse il 26% della popolazione.

"Non pensavamo - afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale Movimento consumatori - che i cittadini fossero così disponibili a confrontarsi con un tema tanto 'intimo' come il proprio dolore: segno che si tratta di una problematica di forte attualità, su cui gli italiani hanno desiderio di essere ascoltati e trovare conforto. Il prossimo step, ora, dopo aver sondato il vissuto e indagato le modalità terapeutiche in atto, sarà monitorare a che punto siano le Regioni italiane rispetto al recepimento della legge 38. Riteniamo, infatti, che solo tramite una sua puntuale attuazione i cittadini italiani potranno nutrire la ragionevole speranza di accrescere la propria soddisfazione sull’efficacia delle cure, alle quali devono necessariamente sottoporsi".

"Dalla ricerca emerge una situazione italiana ancora preoccupante", commenta Vittorio Schweiger, ricercatore universitario e direttore struttura semplice terapia del dolore, azienda ospedaliero universitaria integrata di Verona. "E’ aumentata in modo rilevante la percentuale di cittadini con dolore persistente; vi è inoltre una prevalenza di patologie artrosiche, come mal di schiena o problemi alle articolazioni, e una sofferenza di grado severo in quasi metà degli intervistati. Nonostante molto si sia fatto per divulgare la cultura della valutazione del dolore - prosegue Schweiger - tale aspetto è ancora sottovalutato, con una rilevante percentuale di pazienti in cui la sofferenza non viene mai misurata o misurata raramente, impedendo di fatto un trattamento puntuale e un monitoraggio costante della sintomatologia".

Inoltre, continua il ricercatore, "il consumo di Fans in Italia risulta ancora troppo elevato, benché questi farmaci debbano essere utilizzati solo per breve tempo, a causa del marcato aumento del rischio di eventi cardiovascolari. Al contrario, oggi le evidenze scientifiche suggeriscono di trattare il dolore moderato-severo con bassi dosaggi di oppioidi forti, più efficaci e con minori effetti collaterali. Sicuramente occorre compiere ancora un grande sforzo per sensibilizzare gli operatori sanitari sulla valutazione del dolore e sull’appropriatezza del suo trattamento, quale obiettivo etico e assistenziale fondamentale per assicurare una migliore qualità delle cure erogate".

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