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Quando il 'morbo di K' salvò gli ebrei dai nazisti. Ospedale Fatebenefratelli Casa di vita

20 giugno 2016 | 17.05
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All'ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina il titolo di 'Casa di Vita' (foto: Fotogramma)
All'ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina il titolo di 'Casa di Vita' (foto: Fotogramma)

Ospedale Fatebenefratelli di Roma 'Casa di Vita'. E' il titolo attribuito al nosocomio dell'Isola Tiberina dalla Fondazione internazionale Raoul Wallenberg, per ricordare il contributo della struttura che salvò decine di ebrei durante le persecuzioni naziste. La cerimonia di svelamento della targa è in programma il 21 giugno alle 11 alla presenza di due sopravvissuti, Gabriele Sonnino e Luciana Tedesco, e di un testimone protagonista dei fatti descritti: lo psichiatra ex-partigiano, già senatore e professore universitario, Adriano Ossicini, l'unico medico in forze in quegli anni al Fatebenefratelli e ancora in vita. All'evento, patrocinato dalla Comunità ebraica di Roma e dalla Fondazione Museo della Shoah, è annunciata anche la partecipazione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

Durante la cerimonia verrà ricordata la figura del professor Giovanni Borromeo, che il 16 ottobre 1943 nascose decine di ebrei, scampati alla retata nazista, in un reparto dell'ospedale. Per loro inventò una malattia infettiva estremamente pericolosa, che chiamò 'Morbo di K' dove K stava a indicare l'ufficiale tedesco Herbert Kappler o il generale tedesco Albert Kesselring. Le SS, temendo il contagio, non fecero mai irruzione nel reparto di isolamento. Antifascista della prima ora, Borromeo partecipò attivamente alla Resistenza, ricorda una nota dal Fatebenefratelli. Insieme all'allora priore polacco Fra Maurizio Bialek, installò negli scantinati del nosocomio una radio ricetrasmittente clandestina in continuo contatto con i partigiani laziali. Agli ebrei dell'ospedale e alle loro famiglie procurò falsi documenti e un rifugio sicuro in vari monasteri. Per i suoi meriti, nel 2004 ricevette dallo Yad Vashem il riconoscimento di 'Giusto tra le Nazioni'.

Allo svelamento della targa sono attesi, oltre al ministro Lorenzin, S.E. Naor Gilon, ambasciatore dello Stato di Israele; il Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni; il presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello; il vice presidente Ruben della Rocca; l'assessore alla Cultura Giorgia Calò; il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia; i vice presidenti della Fondazione Wallenberg per l'Europa Silvia Costantini e Jesus Colina; il vice presidente operativo dell'ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina Fra Giampietro Luzzato; il direttore generale Marco Longo, e il direttore allo Sviluppo del nosocomio Paolo Verdicchio.

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