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Milano, alla scoperta delle terre del Policlinico. A piedi, in bici o in calesse

27 agosto 2016 | 21.30
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A Morimondo, campagne da esplorare (foto: Fondazione Sviluppo Ca' Granda)
A Morimondo, campagne da esplorare (foto: Fondazione Sviluppo Ca' Granda)

Le distese di verde, i corsi d'acqua, gli angoli di pace delle campagne del Policlinico di Milano sono negli occhi di intere generazioni di agricoltori. Ma ora l'ospedale ha deciso di condividerne la bellezza con i cittadini, aprendo per la prima volta - domenica 18 settembre - le porte del suo maxi patrimonio rurale. Un 'tesoro green' da esplorare a piedi, in bici, in canoa, in calesse. L'appuntamento è nella campagna di Morimondo, immersa nel parco del Ticino e donata al Policlinico nel 1561 da papa Pio IV. La partecipazione è gratuita, per un evento organizzato in collaborazione con Fai, Fiab e Trekking Italia.

Le terre dell'Ospedale Maggiore hanno "sfamato bocche" in Lombardia e fornito prodotti per nutrire i ricoverati e per le preparazioni farmaceutiche dell'ospedale. Eppure il rapporto fra il Policlinico e il suo enorme patrimonio rurale, una proprietà fondiaria di 85 milioni di metri quadri, frutto di 6 secoli di donazioni allo storico ospedale, è stato spesso difficile, costellato di alti e bassi, di periodi di emergenza finanziaria. Negli ultimi anni la rinascita, spinta dalla Fondazione Sviluppo Ca' Granda, istituita nel 2015 dal Policlinico per gestire e valorizzare i propri cospicui beni rurali, con un'attività che punta a offrire supporto alla ricerca dell'Irccs.

I beni rurali, "compresi nel fertile territorio fra il Ticino e l'Adda, le Prealpi e il Po", sono stati censiti per la prima volta da Cesare Chiodi, professore al Politecnico e assessore all'Urbanistica del Comune di Milano dal 1922 al 1925. L'ospedale ricavava non solo entrate in denaro, ma fino al XVIII secolo anche prodotti della terra. C'erano un mulino, forni per la cottura del pane, cantine per la conservazione del vino, prodotti in salamoia, una macelleria e numerose dispense, un'erboristeria e in certi periodi anche due farmacie. E' del 1604 un'ordinanza capitolare che prescriveva agli affittuari di piantare rose, perché i petali servivano alla spezieria. L'ospedale manteneva anche persone bisognose, tanto che nei bilanci compariva la voce 'numero delle bocche' da sfamare: 429 nel 1781, oltre 739 nel 1885.

Per visitare a settembre le terre di Morimondo viene richiesta soltanto la registrazione online (su www.fondazionesviluppocagranda.it/la-strada-dei-5-colori/). Scegliendo l'itinerario in bicicletta o quello a piedi, verranno proposte 12 tappe naturalistiche e storiche. Si scopriranno in particolare: risorgive, fontanili, marcite, le conche del Naviglio di Bereguardo, le antiche cascine con i relativi oratori e il borgo di Fallavecchia. Lungo il percorso illustrato dagli esperti volontari del Fai-Delegazione Milano e di Trekking Italia, due proposte pensate in particolare per i bambini e offerte a tutti gratuitamente: un giro in canoa nelle acque del Ticino, oltre a un giro in calesse e al cosiddetto 'battesimo della sella'.

Sia l'itinerario in bici che quello a piedi saranno accessibili in qualsiasi momento, dalle 9.30 alle 18. Per chi desiderasse fermarsi nell'ora del pranzo, in alternativa al picnic, nella Cascina Lasso sarà possibile gustare prodotti caserecci. La bici si potrà noleggiare anche in loco, previa prenotazione sul modulo online. Sul sito della Fondazione Sviluppo è disponibile il depliant che verrà distribuito ai partecipanti all'evento, con una sintetica descrizione delle tappe proposte e la cartina dettagliata dell'intero percorso, per dare la possibilità di segnalare il proprio interesse per i servizi pensati per la giornata (pranzo, noleggio bici, giro in canoa, calesse e battesimo della sella).

Da oggi, ogni giorno sulla pagina facebook della Fondazione Sviluppo (www.facebook.com/Fondazione.Sviluppo.Ca.Granda) verranno pubblicate anticipazioni video e foto dei punti di maggior interesse del percorso. L'obiettivo del presidente della Fondazione Sviluppo Ca' Granda, spiegano da via Sforza, è che l'iniziativa del 18 settembre sia la prima di una lunga serie. Ricucire il legame di queste terre con i milanesi. "Così che la straordinaria opera dei benefattori della Ca' Granda, dai quali proviene il patrimonio rurale del Policlinico, sia sempre più per tutti".

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