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Aborto, scontro Ordine medici-Zingaretti. Regione: "Al San Camillo procedure regolari

23 febbraio 2017 | 15.11
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Il presidente della Regione Lazio "revochi il concorso iniquo" bandito dall'ospedale San Camillo per l'assunzione di ginecologi non obiettori. E la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) "si pronunci ufficialmente" sul caso del nosocomio romano. Lo chiede Giuseppe Lavra, presidente dell'Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri di Roma, commentando l'iniziativa che ha coinvolto la struttura sanitaria capitolina. "Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica", dice il presidente dei medici romani.

Obiettori 7 camici bianchi su 10

"Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l'obiezione di coscienza in determinate situazioni. Ma queste ragioni 'superiori' non ci risulta esistano", rileva il presidente dei camici bianchi capitolini. "Infatti, non risulta che i servizi di Ivg, nel rispetto della legislazione, non siano mai stati assicurati nell'azienda sanitaria pubblica. Inoltre, ove si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio in questione, si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà".

Aborto, storia della 194

"Il fatto che si ricorra invece a una tale forzatura gestionale e amministrativa, conculcando un diritto inalienabile, allarma chi ha il dovere di tutelare la professione medica nei suoi aspetti fondamentali della bioetica e della deontologia che sono ad esclusiva garanzia della comunità sociale", prosegue Lavra. "Pertanto, come Ordine chiedo al presidente della Regione Lazio di revocare l'atto iniquo. Nutro rispetto per la figura istituzionale del presidente Nicola Zingaretti, verso il quale ho una mia personale opinione positiva, ma temo che in questa occasione possa essere stato mal consigliato. Al contempo chiedo anche che al Comitato centrale della nostra Federazione nazionale, la Fnomceo, di pronunciarsi ufficialmente su questa vicenda".

REGIONE LAZIO: PROCEDURE REGOLARI - A stretto giro arriva la replica della Regione Lazio. “Le procedure avviate oltre un anno fa, per completare l’organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all’applicazione della legge 194 presso il Centro di Riferimento Regionale dell’Ospedale S. Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità - si legge in una nota - poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio".

"Meraviglia pertanto - aggiunge la Regione - che l’Ordine dei medici di Roma non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale. Peraltro nell’ambito delle procedure previste è stata espletata anche la mobilità, mediante avviso pubblico di mobilità volontaria regionale e interregionale con relativa graduatoria di merito pubblicata nel febbraio del 2016. È singolare che l’Ordine sia contrario all’assunzione attraverso un concorso pubblico di due medici inscritti all’Ordine stesso. Tutta la procedura inizia con il decreto 227 del 6 giugno 2015 del Commissario ad acta che non ha avuto rilievi da parte dei Ministeri affiancanti, ovvero Salute e Mef”.

FNOMCEO - Roberta Chersevani, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici), entra nel dibattito e spiega che "serve una riflessione più approfondita. Vorrei in ogni caso prendere maggiori informazioni su quali siano state, nei dettagli, le procedure seguite dalla Regione Lazio. Porterò la questione all'attenzione del prossimo Comitato centrale, che si riunirà l'11 marzo".

"Posso sicuramente condividere la posizione dei colleghi obiettori che, ex lege ed ex art 22 del nostro Codice di deontologia medica - aggiunge Chersevani - hanno la possibilità di 'rifiutare la propria opera professionale quando vengano richieste prestazioni in contrasto con la propria coscienza', purché il rifiuto non rechi nocumento. Mi pongo però anche il problema del medico non obiettore che rischia di essere assunto per eseguire unicamente interruzione volontaria di gravidanza, con tutte le ripercussioni psicologiche, professionali e di carriera che ne conseguono. Resta comunque da garantire, così come indicato dalla 194, il diritto delle donne a ricevere le prestazioni".

DG SAN CAMILLO - "Non ci aspettavamo questo clamore, perché l'iniziativa è figlia di una scelta già fatta nel tempo e va nella direzione di tutelare i diritti di tutti, sia dei professionisti sia delle donne" ha detto Fabrizio D'Alba, direttore generale dell'ospedale San Camillo, intervenuto oggi ai microfoni di Radio Roma Capitale. "In questa procedura - ha aggiunto il dg del San Camillo - non vedo profili di illegittimità, il bando era trasparente. Il 1° marzo i medici che hanno vinto il concorso prenderanno servizio".

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