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Ogni giorno 5.000 morti di Tbc. Identikit genetico possibile "svolta"

24 marzo 2017 | 14.01
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World Tb Day 2017(Foto Organizzazione mondiale della sanità)
World Tb Day 2017(Foto Organizzazione mondiale della sanità)

Diagnosticare la tubercolosi in modo preciso e ultra-rapido, sequenziando il Dna batterico e identificando in pochi giorni - invece che in mesi - il ceppo responsabile dell'infezione e la sua eventuale resistenza ai farmaci, così da iniziare nel più breve tempo possibile un trattamento efficace. La promessa di "una svolta" secondo un team britannico di Oxford e Birmingham, perché disporre dell''identikit genetico' del germe della Tbc nei diversi malati significa poter scegliere per ognuno la terapia più giusta. A colpo sicuro e non per tentativi.

I ricercatori inglesi - riporta la Bbc online nel World Tb Day che si celebra oggi - spiegano di essere in grado di isolare diversi ceppi di patogeni tubercolari utilizzando la tecnica del sequenziamento genico. La metodica permette di mappare il Dna di differenti campioni microbici in poco più di una settimana. "Riusciamo così a fornire informazioni sul tipo di organismo - afferma Grace Smith, consulente microbiologa - e sui farmaci ai quali, se si tratta di Tbc, potrebbe essere resistente". Il problema della tubercolosi multiresistente è infatti un'emergenza di sanità pubblica sempre più allarmante: un nuovo studio ha indicato che un caso di Tbc su 5 nel mondo è 'invulnerabile' ad almeno uno dei principali medicinali contro l'infezione.

"E' la prima volta che qualcuno nel mondo applica la tecnica del sequenziamento genico su una scala così ampia", sostengono le autorità sanitarie Gb. "Potremo salvare vite", garantisce il segretario di Stato alla Salute, Jeremy Hunt. "Se siamo in grado di dimostrare che utilizzando questa moderna tecnologia si può ridurre il tempo necessario per la diagnosi e definire un piano terapeutico efficace - spera - possiamo avvicinarci all'obiettivo finale di eradicare la tubercolosi dal Paese".

La Giornata mondiale della Tbc si celebra ogni anno il 24 marzo in onore di Robert Koch, medico tedesco che proprio la sera del 24 marzo 1882 annunciò al mondo la scoperta del bacillo responsabile la più grave malattia della storia. "Unirsi per mettere fine alla tubercolosi", senza "lasciare indietro nessuno", è lo slogan 2017.

La Tbc è fra le prime 10 cause di morte nel pianeta secondo l'Organizzazione mondiale della sanità. Nel 2015 i casi stimati sono stati 10,4 milioni, con 1,8 milioni di morti: quasi 5 mila al giorno, pur in calo del 22% rispetto al 2000. Sempre nel 2015 in Italia sono state segnalate 3.769 infezioni, in aumento del 20% sul 2014, per il 60% in cittadini stranieri. In occasione del World Tb Day lanciano un appello all'unione di "più forze, sanitarie, economiche e politiche", anche i microbiologi dell'Amcli. Allearsi, dicono, è indispensabile "per debellare una malattia favorita da povertà e miseria". L'emergenza riguarda soprattutto la 'super Tbc' resistente ai farmaci. Secondo il report 2016 dell'Oms, nel 2015 la stima è di 480 mila nuovi casi di infezione multiresistente (invulnerabile a più trattamenti), ai quali si aggiungono altri 100 mila casi di tubercolosi resistente all'antibiotico rifampicina.

"E' evidente che esistono 2 forme di Tbc - spiega l'Associazione microbiologi clinici italiani - una sensibile e l'altra resistente ai farmaci. La prima è facilmente curabile con un trattamento di pochi mesi, estremamente economico. La terapia della seconda è lunga anche anni, non priva di effetti collaterali e costosa. Inoltre, nonostante la disponibilità di 2 nuovi farmaci recentemente sintetizzati (delamanid e bedaquilina), la proporzione dei fallimenti terapeutici rimane elevata. Ragion per cui ancora oggi, anche in presenza di sussidi terapeutici, si può morire di tubercolosi".

"Diversamente da ciò che molti credono - ammonisce l'Amcli - la tubercolosi è ancora oggi la malattia infettiva che miete il più alto numero di vittime", più di Hiv e malaria come riporta l'Oms. "Nessun Paese può ritenersi immune - avvertono gli esperti - Ogni anno si ammalano nel mondo oltre 10 milioni di persone, ed è impressionante che soltanto poco più della metà abbia accesso a diagnosi e cura per situazioni disastrate di povertà, di guerra e di disordini politici ed economici".

"In Italia, come in tutti i Paesi a bassa endemia tubercolare - evidenziano i microbiologi - i casi di tubercolosi si concentrano soprattutto nelle grandi città. Più della metà riguardano pazienti non nati in Italia e le resistenze ai farmaci sono particolarmente frequenti nei cittadini originari dei Paesi della ex Unione Sovietica".

Il primo passo è stanare la malattia: "La diagnosi rapida dei nuovi casi è di fondamentale importanza per prevenire la diffusione della malattia - afferma Pierangelo Clerici, presidente Amcli e direttore dell'Unità operativa di Microbiologia dell'Asst Ovest Milanese - Per conseguire tale obiettivo, una collaudata rete di laboratori Amcli si avvale delle più moderne tecniche diagnostiche, inclusa la biologia molecolare. I laboratori collaborano alla notifica dei nuovi casi, e forniscono all'Istituto superiore di sanità dati attendibili su incidenza e farmaco-resistenza". Oggi, confermano gli esperti italiani, "nuove prospettive sono aperte dalla possibilità di sequenziare a costi sostenibili interi genomi del micobatterio tubercolare. Il ricorso a questi approcci permette di rilevarne, con largo anticipo rispetto alle metodiche tradizionali, l'intero pattern di resistenza ai farmaci, permettendo una terapia tempestiva e corretta".

E la prevenzione? Precisa Enrico Tortoli, coordinatore del Gruppo di lavoro micobatteri dell'Amcli: "Trattandosi di un'infezione aerogena, il contagio non può essere prevenuto - I comportamenti utili a prevenirlo sono infatti applicabili solo quando si è a conoscenza della condizione di malato di uno o più persone con cui abbiamo occasioni di contatto".

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