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Far tornare i pittori per ritrarre i mecenati. Il progetto del Policlinico di Milano

28 marzo 2017 | 20.26
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La Quadreria del Policlinico di Milano (foto Fotogramma)
La Quadreria del Policlinico di Milano (foto Fotogramma)

In principio erano i quadri. Poi arrivarono i ritratti fotografici. Una forma di 'restituzione', un ringraziamento del Policlinico di Milano ai suoi benefattori. La sua Quadreria è lo specchio di una società, raccontata per immagini negli oltre 900 ritratti che sono parte del maxi patrimonio accumulato dall'ospedale, in secoli di donazioni. Il regolamento per questa tradizione, diffusa in molti ospedali della Lombardia, parlava chiaro: solo chi offriva una donazione superiore a una certa soglia poteva avere la sua immagine immortalata su tela dalla mano di un artista in voga (da Hayez al Pitocchetto), il tutto a spese dell'ospedale. Ma se continuano le donazioni, i lasciti e i testamenti dei milanesi a favore di quello che in passato era l'ospedale Maggiore e oggi è il Policlinico, di recente la tradizione dei quadri si è fermata. Soppiantata dalle fotografie.

"Qualche anno fa si era deciso, un po' per esigenze di spending review e un po' per questioni di modernizzazione, di passare dai quadri al ritratto fotografico", spiega all'AdnKronos Salute il presidente del Policlinico, Marco Giachetti. Ora, però, i pittori potrebbero tornare. L'Irccs, infatti, punta a ripristinare la tradizione. E sta già lavorando con questo obiettivo. Con gli ultimi 3 super donatori di quest'anno, "ci siamo resi conto che non riusciamo ad avere più di una fototessera come materiale di partenza. E anche con il fotografo più bravo del mondo il risultato sarebbe decisamente pessimo. Un pittore invece può rendere i tratti del benefattore anche da una piccola foto, con i racconti della psicologia del personaggio. Quindi l'idea è di mantenere una tradizione che va avanti da più di 400 anni e serve a tener forti le nostre radici e andare avanti a testa alta. Per farlo stiamo chiedendo la collaborazione dell'accademia di Brera".

La strada fotografica è stata sperimentata dalla precedente amministrazione. Lo stesso ex presidente Giancarlo Cesana è stato ritratto in foto, in quanto benefattore dell'ospedale. Il suo - ricorda Giachetti - è uno dei 4 ritratti fotografici, insieme a quello di Franca Chiappa, storica responsabile della Comunicazione del Policlinico, dell'ematologa Anna Teresa Maiolo, che ha donato 500 mila euro per la creazione del 'Centro per la diagnosi ematologica dell'anziano', e del chirurgo Bruno Andreoni, grazie al quale è nato un hospice a Cascina Brandezzata. La volontà del Policlinico è ora di tornare alla pittura, chiedendo la collaborazione di "altre istituzioni milanesi storiche come la nostra. In questo caso pensavamo all'accademia di Brera - prosegue Giachetti - vorremmo riuscire a coinvolgerli sulla scelta del pittore".

Secondo il tariffario del 1810, superando le 40 mila lire si aveva diritto a una mezza figura, da 80 mila in su alla figura intera. Le cifre sono poi diventate 500 mila euro e 1 milione di euro. Oggi, complice la crisi, sono scese a 250 mila e 500 mila. Dal primo ritratto commissionato nel 1603 (anno in cui fu riprodotta anche l'immagine di San Carlo Borromeo) all'ultimo entrato nella collezione nel 2004 - quello di Arrigo Recordati, patron dell'omonimo gruppo farmaceutico - l'ospedale ha messo insieme una rassegna di volti che racconta la storia del capoluogo lombardo e della sua alta società. La 'Milano bene' non poteva non esserci, racconta spesso Paolo Galimberti, responsabile del Servizio beni culturali del Policlinico.

"Abbiamo già contattato James Bradburne - continua Giachetti - che sta portando avanti una sorta di riunione tra l'Accademia e la Pinacoteca di Brera, in modo da promuovere dei giovani artisti e da lì riuscire a trovare il modo di collaborare tutti assieme per il ritorno di una tradizione che deve continuare a vivere". Lo stesso Giovanni Segantini, autore del prestigioso 'Ritratto di Carlo Rotta' (unico esempio al mondo di ritratto su commissione realizzato dal pittore), ha fatto lo stesso percorso: era un pittore che ha studiato a Brera e fu scelto dalla Commissione dell'ospedale per fare il ritratto. "Abbiamo intenzione di fare il prima possibile. Vorremmo riuscire a definire la collaborazione a cavallo fra il 2017 e il 2018". E gli ultimi 3 benefattori, oggi in attesa di un ritratto, potrebbero essere i primi a inaugurare il nuovo ciclo.

Ma nell'idea di Giachetti, anche i piccoli donatori devono avere il loro spazio in stile 'antologia di Spoon River'. "La cosa bella è che ci sono tanti piccoli benefattori. Mi piacerebbe costruire un angolo virtuale o anche fisico, vedremo, per celebrarli. Penso a un sito web oppure a un muro con le etichette con i loro nomi, come tanti piccoli mattoncini. L'obiettivo è dare la meritata visibilità a tante persone che con il cuore ci danno 500 o mille euro, e non vengono gratificati".

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