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L'Ordine di Verona apre un procedimento contro il medico 'anti-chemio'

29 aprile 2017 | 20.55
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L'Ordine dei medici di Verona apre un procedimento disciplinare a carico del medico Claudio Sauro per le posizioni espresse riguardo alla chemioterapia e alla cura di tumori. A rendere noto quanto deliberato dalla Commissione dell'Albo dei medici veronese è lo stesso camice bianco che, in un post rilanciato sulla sua pagina Facebook dai suoi sostenitori, scrive: "Vi faccio consapevoli che verrò radiato dall'Ordine".

Secondo quanto si legge nella comunicazione ricevuta da Sauro e rilanciata sul social network, la decisione di avviare un procedimento è motivata dall'avere "in qualità di medico ed esperto di fitoterapia pubblicato e quindi proposto ai pazienti un protocollo chiamato 'chemioterapia naturale', volto secondo sua indicazione a prevenire e trattare le malattie tumorali in maniera naturale evitando la chemioterapia". Informazioni che sarebbero state diffuse su un gruppo Facebook sul tema o direttamente sul suo profilo Facebook o in altri siti. Il giudizio è stato fissato per il 23 maggio nella sede dell'Ordine di Verona.

Nelle pubblicazioni web passate in rassegna, si legge ancora nella comunicazione, "la proposta di trattamenti non convenzionali appare ambiguamente od esplicitamente volta a sottrarre i pazienti a trattamenti comprovati ed efficaci, non contiene l'esplicita menzione che alcune informazioni riguardano studi di ricerca di base e clinical trial non ancora validati per la normale pratica clinica, configurando quindi mancanza di informazione e divulgazione e informazione prudente, che non alimenti aspettative inadeguate".

L'Ordine contesta a Sauro anche di "aver sempre via web dichiarato di aver proposto/consigliato ai pazienti trattamenti terapeutici non convenzionali, ma anche farmacologici fuori dell'indicazione terapeutica e a dosaggi non autorizzati dall'Aifa, al di fuori di protocolli sperimentali autorizzati, in prescrizione off label, senza acquisizione di consenso informato scritto, senza una chiara presa in carico del paziente, al fine di controllarne l'efficacia e di prevenire eventuali effetti collaterali del farmaco prescritto". E ancora "di aver sottoposto i pazienti a trattamenti off label, senza idonea documentazione scientifica, avviando una sorta di sperimentazione clinica, non autorizzata, autogestita".

Nella comunicazione inviata al medico si elencano anche gli articoli del Codice deontologico che potrebbero essere stati violati. La lista è lunga e fra le contestazioni c'è quella di "aver pubblicato informazioni inadeguate e contrarie all'Evidence-Based Medicine e alle linee guida internazionali riguardanti diagnosi precoce e trattamento del tumore della mammella", di "aver diffuso notizie idonee ad alimentare false speranze di guarigione", citando "studi pubblicati su riviste scientifiche, ma non considerati definitivi per quanto riguarda la possibile applicazione in pratica clinica su larga scala, oltre che anedottica personale di guarigioni con trattamenti non convenzionali, non documentati".

Si parla anche di "sospetto conflitto di interessi, in quanto consulente all'interno dell'erboristeria di famiglia" e si punta il dito anche sulle condivisioni presenti sul profilo Facebook del medico, citando "Tag, con profilo pubblico, di altri soggetti con contenuti presumibilmente disinformati ed allontananti dalla terapia di comprovata efficacia". Il comportamento del medico viene definito "reiterato" in quanto già nel febbraio 2015 l'ordine aveva raccolto un'altra segnalazione.

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