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Morte Sofia, ospedale Trento nega errori su aghi

07 settembre 2017 | 18.37
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(Fotogramma)
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"Non usiamo aghi per più persone in questa struttura. Questo nell'ospedale di Trento non accade". Lo ha sottolineato il direttore generale dell'Apss del Trentino, Paolo Bordon, in una conferenza stampa, dopo la visita oggi degli ispettori inviati dal ministero della Salute per indagare sulla morte per malaria di Sofia, una bimba di 4 anni che non era stata all'estero.

L'ispezione è durata 2 ore circa, hanno fatto sapere i sanitari, e gli esperti hanno visitato il reparto di pediatria e il laboratorio di microbiologia. "In microbiologia ci sono ancora i campioni di sangue della bambina e degli altri pazienti" ricoverati nell'ospedale con diagnosi di "malaria, sotto sequestro giudiziario", ha spiegato Bordon. Nei prossimi giorni i campioni saranno esaminati dall'Istituto superiore di sanità per cercare di far luce sulla vicenda.

Tutto quanto accaduto nei giorni scorsi è stato ricostruito minuziosamente e l'ospedale trentino è convinto che la "gestione del caso è avvenuta secondo i protocolli e non risulta siano stati commessi errori".

RISCHIO MAXI RISARCIMENTO - "Con due altre piccole pazienti affette, negli stessi giorni di ricovero, dal medesimo parassita di malaria, credo, da osservatore estraneo, che sarà molto difficile per la struttura uscire indenne da un maxi-risarcimento nei confronti della famiglia. Come è giusto che sia, mi si permetta di dire". Così Francesco Nobili, specialista in Medicina legale, docente della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell'Università degli Studi di Perugia e presidente dell'associazione Giustacausa.

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