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Gimbe, nella legge di Bilancio priorità al personale sanitario

11 settembre 2017 | 11.12
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(Fotogramma)
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Riparte l'attività parlamentare che, per la sanità, tenterà di portare a termine diverse incompiute (legge sul fine vita e Ddl Lorenzin su tutti), oltre che licenziare una legge di Bilancio che, rispetto allo scorso anno, non sembra prevedere alcun dibattito mediatico sulle cifre destinate alla sanità. E' la Fondazione Gimbe a tirare le somme "sull'inesorabile definanziamento della sanità", chiedendo al Governo di "confermare nella legge di Bilancio le risorse per il personale sanitario". Al tempo stesso, annuncia che i programmi di tutte le forze politiche per le prossime consultazioni "saranno 'sorvegliati speciali' dell'Osservatorio Gimbe rispetto alle proposte su sanità e welfare".

"Tirando le somme di questa legislatura - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - nonostante l'impegno del ministro Lorenzin, i dati confermano impietosamente che dal 2010 il finanziamento del Ssn è stato oggetto di continui saccheggi per esigenze di finanza pubblica".

"Parlano chiaro" i dati raccolti dall'Osservatorio Gimbe sulla sostenibilità del Ssn. A dicembre 2016 la legge di Bilancio 2017 definisce il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard: 113 miliardi per il 2017, 114 per il 2018 e 115 per il 2019. Ad aprile 2017: il Documento di economica e finanza (Def) 2017 prevede che il rapporto tra spesa sanitaria e Pil diminuirà dal 6,7% del 2017 al 6,5% nel 2018, per poi precipitare al 6,4% nel 2019, lasciando intendere che l'eventuale ripresa del Pil non avrà ricadute positive sul finanziamento pubblico del Ssn. A giugno 2017: il decreto 'Rideterminazione del livello del fabbisogno sanitario nazionale' riduce di 423 milioni per il 2017 e di 604 per il 2018 il finanziamento a cui concorre lo Stato.

Ancora, ricorda Gimbe, a luglio 2017 la 'Relazione sulla gestione Finanziaria delle Regioni, esercizio 2015' della Corte dei Conti quantifica che nel periodo 2015-2018 l'attuazione degli obiettivi di finanza pubblica ha determinato una riduzione cumulativa del finanziamento del Ssn di 10,51 miliardi di euro rispetto ai livelli programmati. Sempre a luglio, il 4° Rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato attesta che dal 2001 al 2005 la spesa sanitaria è cresciuta al ritmo del 7,5% annuo, dal 2006 al 2010 del 3,1% e dal 2010 al 2016 è diminuita mediamente dello 0,1% annuo.

"Onde evitare qualsiasi strumentalizzazione politica di questi dati - puntualizza Cartabellotta - è tuttavia indispensabile precisare che, rispetto ad altri capitoli di spesa pubblica, la sanità è stata paradossalmente graziata. Qualsiasi valutazione sul definanziamento della sanità va inserita nel contesto di un Paese impoverito, con una ripresa economica stagnante e con un debito pubblico e un livello di corruzione molto elevati".

Secondo la relazione della Corte dei Conti sopra citata, evidenzia infatti la Fondazione Gimbe, la spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni nel periodo 2011-2015 riporta il segno positivo solo per la sanità (+ 0,13%); per tutte le altre funzioni viene registrata una riduzione: servizi generali (-11%), protezione sociale (-10,5%), istruzione (-2,64%), difesa (-0,28%), ordine pubblico e sicurezza (-2,8%), protezione ambiente (-6,72%), abitazioni e assetto del territorio (-0,49%).

"Anche se nella legge di Bilancio 2018 i giochi per la sanità sono già fatti - precisa Cartabellotta - al Governo rimane un'ultima occasione per dimostrare che crede realmente nella sanità pubblica, come affermato pubblicamente dal premier Gentiloni, in particolare nei suoi professionisti che in questi anni difficili hanno sostenuto in prima persona un Ssn pesantemente definanziato dalla politica".

Ecco perché la Fondazione Gimbe chiede al Governo di inserire nella legge di Bilancio 2018 poche ma indispensabili risorse per la sanità: quelle per il rinnovo di contratti e convenzioni e per lo sblocco del turnover che, dopo il decreto 5 giugno 2017, sembrano non avere più la necessaria copertura finanziaria.

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