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Sanità: Gimbe, no risorse in manovra 2018, a Parlamento ultima occasione

08 novembre 2017 | 12.44
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Sanità: Gimbe, no risorse in manovra 2018, a Parlamento ultima occasione

Sottolineare l'inaccettabile entità del definanziamento pubblico, fare chiarezza sugli impegni di Stato e Regioni sulle risorse destinate ai rinnovi di contratti e convenzioni del personale sanitario, proporre l’eliminazione del superticket attraverso la rimodulazione delle detrazioni Irpef per le spese mediche e 'lasciare una traccia' per il prossimo esecutivo sull’inderogabile necessità di un riordino normativo della sanità integrativa. Questi gli obiettivi del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenuto ieri in audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, in vista dell’esame del disegno di Legge di bilancio 2018.

"Tenendo conto che il testo inviato al Parlamento - ad eccezione di 21,5 milioni di euro 'assegnati' dall’articolo 18 - non prevede alcuna misura per la sanità", i dati riportati da Cartabellotta hanno documentato che "nel periodo 2015-2018 l’attuazione degli obiettivi di finanza pubblica ha determinato una riduzione cumulativa del finanziamento al Ssn di 11,537 miliardi rispetto ai livelli programmati dai Documenti di economia e finanza (Def)". Cartabellotta ha fatto "l’esempio paradigmatico del 2018", per il quale "la spesa sanitaria stimata dal Def 2014 in 121,3 miliardi è precipitata a 117,7 miliardi nel Def 2015 per poi essere ulteriormente ridotta a 116,2 nel Def 2016 e a 115,1 nel Def 2017. Il finanziamento nominale per il 2018, invece, dai 115 miliardi fissati dell’Intesa 11 febbraio 2016, è stato ridotto a 114 dalla Legge di bilancio 2017, ai 113,39 dal Dm 5 giugno 2017 sulla rideterminazione del fabbisogno del Ssn e rischia di lasciare per strada altri 300 milioni con la Legge di bilancio 2018". Una rotta pericolosa che "il Parlamento ha l'ultima occasione" di correggere.

"Peraltro – ha precisato Cartabellotta – le previsioni a medio termine non lasciano intravedere alcun rilancio del finanziamento pubblico: infatti, se la nota di aggiornamento del Def 2017 da un lato certifica la crescita del Pil del 1,5% per gli anni 2017-2019, dall’altro riduce progressivamente il rapporto tra spesa sanitaria e Pil dal 6,6% del 2017 al 6,5% del 2018, al 6,4% nel 2019 e addirittura al 6,3% nel 2020".

Il momento è critico anche per il rinnovo di contratti e convenzioni. "La Legge di bilancio 2017 - ha aggiunto - ha formalmente vincolato le somme per i rinnovi di contratti e convenzioni, ma oltre a non averle quantificate, non le ha incluse nel comma 393 che ha vincolato un miliardo di euro a farmaci oncologici innovativi, farmaci innovativi, vaccini, assunzioni e stabilizzazioni".

"Purtroppo - ha spiegato Cartabellotta - solo alcune Regioni hanno effettuato l’accantonamento previsto e oggi, di fatto, mancano all’appello sia le risorse assegnate dalla Legge di bilancio 2017 per i rinnovi contrattuali relativi agli anni 2016 e 2017, sia quelle che la nuova Manovra dovrebbe destinare alla quota 2018, sostanzialmente erose dal contributo di cui si sono fatte carico le Regioni a statuto ordinario: 423 milioni nel 2017 e 604 nel 2018". Secondo le stime riportate dal presidente, sono necessari 802 milioni per il rinnovo del contratto del personale dipendente relativo al triennio 2016-2018, oltre ai fondi necessari per il rinnovo del personale in regime di convenzione, il cui metodo di calcolo non è riportato dal Dpcm 27 febbraio 2017.

Cartabellotta ha poi illustrato i dettagli della proposta già annunciata dalla Fondazione Gimbe per eliminare il superticket tramite una rimodulazione delle detrazioni Irpef per le spese mediche. "La proposta Gimbe - ha precisato - permetterebbe di recuperare circa un miliardo di euro, garantendo al tempo stesso maggiore equità sociale grazie ad una redistribuzione delle agevolazioni fiscali in relazione al reddito, trasformando la frammentata governance regionale di superticket mal disegnati in minori agevolazioni fiscali gestite a livello nazionale e favorendo l’emersione del sommerso".

In presenza di un definanziamento pubblico, per arginare l'aumento della spesa out-of-pocket, che oggi ha raggiunto il 90% della spesa privata e contenere l’espansione selvaggia del mercato assicurativo, la Fondazione Gimbe ha suggerito due azioni integrate: ridefinire il perimetro dei Lea attraverso quel delisting programmato e mai attuato e destinare le risorse della sanità integrativa esclusivamente a prestazioni extra-Lea. Tuttavia, per non compromettere il modello universalistico, Cartabellotta ha indicato come indifferibile un riordino della normativa, oggi estremamente frammentata e iniqua.

Obiettivo dell'audizione in Senato è anche "lasciare una 'traccia ufficiale' per la prossima legislatura sulla necessità di un testo unico per tutte le forme di sanità integrativa, per arrivare a un impianto regolatorio capace di assicurare una governance nazionale, di garantire a tutti gli operatori del settore le condizioni per una sana competizione, ma soprattutto di tutelare i cittadini, evitando derive consumistiche e di privatizzazione".

"Nel 2013 - ha concluso Cartabellotta - la Fondazione Gimbe ha lanciato la campagna #salviamoSsn nella consapevolezza che il servizio sanitario nazionale rappresenta la più grande conquista sociale dei cittadini italiani. Constatare in questo scorcio di fine legislatura che sanità e welfare non rappresentano una priorità politica è motivo di grande delusione, ma al tempo stesso un grande stimolo per continuare la nostra battaglia perché la salute sia al centro di tutte le politiche e si possano degnamente festeggiare i 40 anni del Servizio sanitario nazionale".

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