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Direttore Ieo, dopo il report dei 'saggi' speriamo di lavorare tranquilli

02 dicembre 2017 | 15.06
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(Fotogramma)
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Il report dei 5 super esperti internazionali chiamati a valutare la bontà del modello Ieo-Monzino ha prodotto "un esito molto soddisfacente, a conclusione di una procedura che ci ha tanto impegnati e che si è rivelata decisamente utile" per fare il punto sul passato, il presente e il futuro dell'Istituto europeo di oncologia e del Centro cardiologico Monzino di Milano, gli Irccs cresciuti sotto l'ala dell'oncologo Umberto Veronesi. Dopo le conclusioni - rivelate ieri dall'AdnKronos Salute - dell'Advisory board che ha avuto il compito di effettuare una revisione dell'operato delle due strutture all'indomani del no al tentativo di acquisizione della cordata Rocca-Rotelli, il direttore scientifico dell'Ieo Roberto Orecchia esprime un auspicio: "Ora speriamo di lavorare tranquilli", perché "l'ultimo anno è stato distraente" anche se "molto utile. L'occasione preziosa per un'analisi profonda della nostra attività".

Quella del panel di specialisti indipendenti suona infatti come una promozione a pieni voti, l'invito a proseguire sulla strada dell'indipendenza, della monotematicità e della missione no profit. Proprio gli elementi che, anche all'interno della compagine azionaria del gruppo Ieo-Monzino, erano stati difesi con forza dal 'partito' dei contrari alla vendita capitanato da Mediobanca. Un fronte, quest'ultimo, che non fornisce commenti ufficiali, ma non nasconde grande soddisfazione per il rapporto dei 'saggi'.

Arrivata a fine gennaio e respinta in marzo, l'offerta dei gruppi Humanitas e San Donato "è stata una cosa per certi inattesa - spiega Orecchia - sulla quale è giusto che tutti abbiano potuto esprimersi liberamente". Ciò premesso, "credo che l'Ieo nella sua totalità si riconosca in un modello non speculativo. Certamente attento ai ricavi, ma nell'ottica di lasciarli interamente a disposizione dell'istituto". Una visione confortata anche dalle esperienze in corso oltreconfine: "Basta guardare al panorama europeo - osserva lo specialista - per vedere che non c'è nessun Comprehensive Cancer Center di tipo profit. Non vuole assolutamente essere una critica ad altri modelli", precisa, "però se oggi l'istituto riesce a garantire prestazioni all'avanguardia nonostante i costi spesso altissimi, è proprio perché si può permettere di metterci del suo pur di fornire ai pazienti tutto quanto è necessario. In un ottica diversa, non è detto che questo approccio possa essere sempre mantenuto".

Secondo Orecchia - scelto come nuova guida dell'Ieo dallo stesso Veronesi che volle gestire in prima persona il passaggio di consegne avvenuto a inizio 2015 - se l'obiezione mossa da chi guardava con favore alla cessione era che serve investire per costruire un futuro di successo, "direi che è stata pienamente accolta".

"Il management e tutto il Consiglio di amministrazione del gruppo ha risposto in modo molto positivo, sostenendo già prima dell'offerta di acquisizione - puntualizza l'esperto - un piano di investimenti a lungo termine" che ha tra i suoi 'fiori all'occhiello' la nascita di un Ieo Proton Center frutto di un investimento di 40 milioni di euro in 3 anni (il via è previsto a fine 2020), e la costruzione dell'Ieo 3 (l'apertura del cantiere è attesa in primavera) che consentirà di portare nel perimetro del campus principale anche il Dipartimento di oncologia sperimentale.

Questa 'internalizzazione' viene citata come "fortemente raccomandata" anche nel report dei super esperti, che giudicano inoltre "lungimirante" la decisione di puntare sulla protonterapia e sulla medicina personalizzata. Diverse indicazioni fornite dagli advisor, "professionisti indipendenti e di livello internazionale, competenti e abituati a fare questo tipo di analisi - nota Orecchia - ci hanno infatti confortato in quanto già deciso. La sintonia tra il giudizio esterno e i nostri progetti è stata una notevole soddisfazione". Arrivata al termine di "un periodo lungo e faticoso", perché la revisione ha comportato "incontri sistematici e plurimi - racconta il medico - con la necessità di fornire una grande mole di materiale documentale sull'attività clinica e scientifica. Un lavoro molto utile anche per noi".

Orecchia accoglie con favore "l'invito degli esperti a investire ulteriormente nei tumori urologici come il cancro alla prostata. Partiremo con programmi ad hoc basati sull'analisi molecolare del profilo genetico dei pazienti", annuncia. Piace anche "l'idea di un Centro di chirurgia robotica con attività cliniche, di ricerca e formazione: in istituto abbiamo più di 10 anni di esperienza in materia. Siamo fra i pochi centri a vantare uno scenario molto ampio di tumori operati col robot: chirurgia urologica, ginecologica, toracica, digestiva, sul distretto testa-collo e sul seno, una novità assoluta".

In via Ripamonti, insomma, l'era post-Veronesi è iniziata. "Il passaggio non è stato semplice - ammette il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia - ma ci vede entusiasti, coesi e propositivi in un working progress quotidiano". E se qualcuno dall'esterno mostra interessa, "vediamola così: è un buon segnale che conferma il nostro valore".

Quanto all'ipotesi svelata nei giorni scorsi dall'AdnKronos Salute, di un possibile futuro ingresso del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio fra i soci del gruppo Ieo-Monzino, attraverso la donazione da parte di Unicredit di una quota attorno all'1% a una società che fa capo all'imprenditore, lo specialista commenta: "Anche questo mi sembra proprio un elemento positivo".

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