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Elezioni 2018, Gimbe monitora la salute nei programmi

09 gennaio 2018 | 11.30
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UNA RAGAZZA VOTA  - FOTOGRAMMA
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Tra promesse elettorali e dichiarazioni politiche, qual è l'attenzione dedicata alla salute degli italiani? A chiederselo è la Fondazione Gimbe, che metterà i programmi delle forze politiche protagoniste delle imminenti consultazioni elettorali sotto la lente del suo Osservatorio per un'analisi delle proposte relative a sanità, welfare e ricerca. I risultati del monitoraggio saranno resi pubblici il 2 marzo 2018 a Bologna, in occasione della 13.esima Conferenza nazionale Gimbe.

Lo scioglimento delle Camere ha segnato la fine della XVII legislatura, "che per la sanità è stata caratterizzata da un insolito paradosso. Da un lato, un'intensa attività legislativa e programmatoria ha posto numerose pietre miliari: dal decreto sui nuovi Lea alla legge sulla responsabilità professionale, dal decreto sull'obbligo vaccinale all'albo nazionale per i direttori generali, dal patto per la sanità digitale ai fondi per i farmaci innovativi, dal Piano nazionale della cronicità a quelli della Prevenzione e della Prevenzione vaccinale, dagli standard ospedalieri al decreto sui piani di rientro degli ospedali, dal biotestamento all’approvazione al fotofinish del Ddl Lorenzin", ricorda la Fondazione Gimbe. Ma la legislatura ha visto anche "un imponente definanziamento" del settore.

"L'entusiasmo per i numerosi traguardi raggiunti - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - rischia di appannare i sempre più evidenti segnali d’involuzione della sanità pubblica e del sistema di welfare, in particolare in alcune aree del Paese e per le fasce socio-economiche più deboli. Considerato che la prossima legislatura sarà determinante per il destino del servizio sanitario nazionale, tutte le forze politiche devono essere consapevoli che estromettere la sanità dall’agenda di Governo non compromette solo la salute, ma soprattutto la dignità e la capacità dei cittadini di realizzare ambizioni e obiettivi che la stessa politica dovrebbe identificare come il ritorno degli investimenti in sanità".

Ecco perché, a 5 anni dal lancio del programma #salviamoSSN, la Fondazione Gimbe esorta tutte le forze politiche impegnate nelle imminenti consultazioni elettorali a mettere nero su bianco proposte convergenti per la sanità pubblica, "perché - precisa Cartabellotta - se è vero che non esiste un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del Ssn, è certo che non esiste un preciso programma politico per il suo salvataggio".

"Come Fondazione Gimbe - aggiunge Cartabellotta - abbiamo il mandato etico di analizzare in maniera indipendente le criticità del servizio sanitario e di proporre soluzioni per la sua sostenibilità: ecco perché i programmi elettorali di tutte le forze politiche saranno oggetto di analisi comparativa sulle proposte relative a sanità, welfare e ricerca, perché riteniamo che il nostro slogan 'salute prima di tutto, sanità per tutti' sia condicio sine qua non, oltre che per il benessere delle persone, anche per la ripresa economica del Paese".

Dal Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Ssn e dalla successiva consultazione pubblica, ecco infine alcune proposte utili a tutte le forze politiche per avviare un concreto 'piano di salvataggio' del servizio sanitario nazionale:

1) Mettere sempre la salute al centro di tutte le decisioni politiche (health in all policies)

2) Offrire ragionevoli certezze sulle risorse destinate alla sanità, mettendo fine alle periodiche revisioni al ribasso e rilanciando in maniera graduale e costante il finanziamento pubblico

3) Rimodulare il perimetro dei Lea al fine di garantire a tutte le persone servizi e prestazioni sanitarie ad elevato value, destinare quelle dal basso value alla spesa privata e impedire l’erogazione di prestazioni dal value negativo

4) Ridefinire i criteri di compartecipazione alla spesa sanitaria e gli oneri detraibili a fini Irpef, tenendo conto del 'value' delle prestazioni sanitarie

5) Avviare un piano nazionale di prevenzione e riduzione degli sprechi, per disinvestire e riallocare almeno 1 dei 2 euro sprecati ogni 10 spesi

6) Attuare un riordino legislativo della sanità integrativa

7) Potenziare le capacità di indirizzo e verifica del ministero della Salute sulle Regioni

8) Rilanciare le politiche per il personale: rinnovi contrattuali, assunzioni, stabilizzazioni

9) Destinare almeno l’1% del Fondo sanitario nazionale alla ricerca comparativa indipendente.

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