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Lo studio

Ti scotti o ti abbronzi? Questione di geni

09 maggio 2018 | 15.53
LETTURA: 3 minuti

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Ti scotti o ti abbronzi al sole? A deciderlo non è solo il fototipo della nostra pelle ma alcune sezioni di Dna 'localizzate' per la prima volta dagli scienziati del King's College di Londra. Con un mega-studio che ha analizzato i dati di quasi 200.000 persone, gli esperti hanno dunque gettato le basi per arrivare a test genetici in grado di prevedere la risposta delle persone ai raggi solari. E si ritiene che la scoperta possa anche aiutare i ricercatori a comprendere meglio i motivi dell'insorgenza del cancro della pelle, dato che "una buona percentuale di 'geni delle scottature' che sono stati identificati è coinvolta anche nel tumore", dice l'autore principale dello studio su 'Nature Communications', Mario Falchi.

È risaputo che le scottature solari rappresentano un importante fattore di rischio nello sviluppo del cancro della pelle. Comprendere la genetica dell'abbronzatura significa quindi anche capire quella del melanoma, che è il tipo più comune di neoplasia nelle persone di discendenza europea.

Ciò che gli scienziati hanno scoperto è che, è vero, le persone dalla pelle più scura sono naturalmente più resistenti agli effetti nocivi della luce solare, ma esistono anche fattori genetici, oltre al colore naturale della pelle, che possono proteggere le persone dal sole. E "alcuni di questi geni, coinvolti anche nei tumori della pelle, non hanno probabilmente nulla a che fare con la pigmentazione", dice Falchi.

"Questo potrebbe spiegare perché, per esempio, la persona accanto a te nel parco diventa paonazza sotto al sole, mentre tu ti abbronzi, eppure avete esattamente lo stesso colore della pelle. C'è variabilità fra le persone con lo stesso fototipo", sottolinea.

La ricerca è stata condotta utilizzando un'enorme quantità di dati genetici prelevati dalla Biobanca britannica, che contiene informazioni sulla salute e il benessere delle persone, liberamente accessibile per i ricercatori. Attraverso questa risorsa, Falchi e i suoi colleghi hanno avuto accesso a informazioni genetiche appartenenti a decine di migliaia di persone di origini europee, che avevano anche riferito informazioni sulla loro tendenza ad abbronzarsi o a bruciarsi. Il team ha quindi esplorato la variabilità genetica tra tutte queste persone, arrivando a individuare 10 nuove regioni genetiche che sembrano essere collegate con l'abbronzatura.

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