Il Tribunale di Pordenone ha accolto la richiesta di una coppia di donne omosessuali di sollevare la questione di legittimità costituzionale delle norme che attualmente vietano in Italia l'accesso alla procreazione medicalmente assistita anche alle coppie omosessuali. Ad annunciarlo l'associazione Luca Coscioni, in prima linea affinché questa legge venga "sostituita da una disciplina più europea, laica e liberale, anche e soprattutto utilizzando i ricorsi giudiziari".
"Un altro divieto della legge sulla procreazione medicalmente assistita è destinato ad essere cancellato - dichiara l'avvocato Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni - Il Tribunale di Pordenone ha sollevato la prima questione di legittimità costituzionale sul divieto di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per le coppie dello stesso sesso previsto all'articolo 5 della legge 40 del 2004, quella stessa legge è stata riformata solo tramite l'intervento della Corte Costituzionale. Una discriminazione su base dell'orientamento sessuale di chi ha bisogno di queste tecniche mediche per poter avere un figlio. Divieto in violazione con la nostra Carta costituzionale e le fonti di diritto internazionali. Ancora una volta, là dove non vuole arrivare la politica - conclude Gallo - sono le persone con le loro vite e diritti che, attivando le istituzioni, diventano 'legislatori'".