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Caso Brisinda, ispettori rilevano numerose criticità

20 ottobre 2018 | 12.40
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Caso Brisinda, ispettori rilevano numerose criticità

L'ispezione condotta a luglio dal ministero della Salute all'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone ha rilevato numerose criticità, che "attengono all'ambito organizzativo-gestionale, agli aspetti di gestione del rischio clinico e alla sfera relazionale", come apprende l'AdnKronos Salute che ha potuto visionare le 5 pagine inviate dalla Direzione della Programmazione del dicastero di Lungotevere Ripa al direttore generale del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, Bruno Zito, e al commissario alla Sanità, Massimo Scura.

L'ispezione era stata richiesta al ministro Giulia Grillo dal deputato M5S Francesco Sapia per far luce sul 'caso Brisinda', il chirurgo sospeso per 6 mesi dall'Asp di Crotone e poi reintegrato dal tribunale della città calabrese. L'azienda sanitaria provinciale aveva presentato ricorso, poi rigettato dal tribunale, ma la situazione nella struttura era tale da motivare un intervento del ministero per ricostruire i fatti, individuare rischi ed eventuali responsabilità.

Ebbene, gli ispettori hanno rilevato come, "in riferimento al ruolo del presidio di Crotone nella rete dell'emergenza-urgenza, non sono adeguatamente funzionanti i collegamenti con l'Hub di riferimento per specifica patologia". Criticità anche nella gestione delle liste d'attesa per ricovero elettivi chirurgici, demandata dall'atto aziendale al direttore di Dipartimento e "improntata a prassi consolidate piuttosto che a procedure condivise e formalmente adottate".

Gli ispettori segnalano il ricorso a "prassi non codificate" anche per la gestione dei pazienti di interesse gastroenterologico. "La Direzione medica riferisce di aver avviato approfondimenti" per elaborare procedure ad hoc, anche sulla spinta di proposte formulate dalla Chirurgia generale (di cui è responsabile Brisinda), e "tuttavia tali procedure non risultano, a oggi, sviluppate".

Insomma, nella struttura emerge il ricorso "a prassi consolidate, rapporti interpersonali e soluzioni operative estemporanee" che "rischiano di incidere sulla probabilità di accadimenti di eventi negativi". Inoltre, si legge nella relazione, "desta preoccupazione il fatto che la vulnerabilità organizzativa non sia percepita come tale dai vertici aziendali e dai dirigenti auditi".

Un'ulteriore criticità "è rappresentata dagli aspetti correlati alla gestione del rischio clinico". Nel mirino sia le relazioni del Risk manager sia "il successivo utilizzo di queste in ambito disciplinare", che "esula da un approccio sistemico, non colpevolizzante, nella gestione dell'errore".

Infine il clima, "percepito nell'intero audit sovente di tipo conflittuale, tendente a volte a una certa deresponsabilizzazione rispetto ai compiti istituzionali". All'interno della Uoc di Chirurgia emerge "la percezione di un alterato clima organizzativo" che non può consentire di escludere - si legge ancora nella relazione - problematiche di fondo, che possono essere legate alla carenza di criteri gestionali pienamente condivisi e trasparenti e di adeguate iniziative manageriali tese a motivare i collaboratori". Si ricorda come sia compito del direttore di Struttura complessa provvedere a generare un clima organizzativo favorevole all'uso ottimale delle risorse.

Dal ministero si segnalano tutte le azioni di miglioramento necessarie a ristabilire la governance gestionale e assistenziale al San Giovanni di Dio e a colmare le lacune evidenziare. Ma si esprime anche "viva preoccupazione" per la possibilità che i "severi conflitti relazionali rilevati" possano costituire "un serio pregiudizio per la sicurezza dei pazienti".

"Pertanto - si conclude - è necessario che la Regione e l'azienda provvedano ad adottare una strategia organizzativa di attenzione alle risorse umane", arrivando a un attento monitoraggio del contesto, anche "attraverso un osservatore esterno". Un monitoraggio di cui il ministero della Salute chiede riscontro, per eventualmente valutare la necessità di una ulteriore verifica nella struttura.

IL COMMENTO DI SAPIA (M5S) - "L'ispezione ministeriale nella Chirurgia dell'ospedale di Crotone ha sconfessato l'attività del responsabile del Rischio clinico, sui cui addebiti al primario Giuseppe Brisinda si sono basati i procedimenti e provvedimenti disciplinari a carico del professionista al quale il giudice ha dato ragione per ben due volte. Ciononostante, l'Asp di Crotone ha sottoposto il chirurgo a nuovo procedimento". Così Francesco Sapia, deputato del Movimento 5 Stelle in Commissione Sanità, commenta la relazione degli ispettori del dicastero di Lungotevere Ripa.

"Secondo il ministero della Salute - osserva Sapia in una nota - le relazioni elaborate dal responsabile aziendale del Rischio clinico non rispondono alle classiche modalità di applicazione dell'audit clinico e riportano valutazioni su esiti chirurgici, in quanto a tassi di mortalità e di reintervento, senza che sia fornita evidenza delle relative metodologie. Secondo il ministero, tali relazioni mettono in dubbio la correttezza di alcune tecniche operatorie, malgrado ciò non competa affatto al responsabile del Rischio clinico. Se non bastasse - incalza l'esponente pentastellato - il ministero ha rilevato una carenza di criteri regolatori aziendali, prassi non codificate, discrezionalità e personalismi nell'assistenza, ritenuta al di fuori delle linee guida, nonché una gestione delle liste d'attesa secondo abitudini consolidate, piuttosto che in base a procedure condivise e formalmente adottate".

"La stessa relazione - aggiunge il deputato di M5S - conferma tutto quanto ho sempre sostenuto, e cioè che su Brisinda si sia fatto ingiustamente tiro al bersaglio. Alla luce delle criticità evidenziate dal ministero della Salute, l'Asp di Crotone deve smetterla di inseguire fantasmi e di perseguitare medici che sono invece vittime della disorganizzazione interna. L'Asp di Crotone farebbe bene, invece - conclude Sapia - ad adeguare celermente la propria organizzazione secondo quanto indicato dal direttore generale della Programmazione sanitaria nazionale, Andrea Urbani, firmatario della relazione".

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