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Crisi: Visco, sviluppo paese frenato da 'lacci e lacciuoli'

28 marzo 2014 | 13.54
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Crisi: Visco, sviluppo paese frenato da 'lacci e lacciuoli'

"I problemi odierni dell'Italia sono molto simili a quelli che si potevano osservare al termine del governatorato Carli: 'lacci e lacciuoli', intesi come rigidità legislative burocratiche, corporative, imprenditoriali, sindacali, sono sempre la remora principale allo sviluppo del nostro paese". Così il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nella relazione tenuta alla Luiss per la celebrazione del centenario della nascita di Guido Carli.

Secondo Visco, "la nostra economia ha subìto una ferita: né l'impulso della spesa pubblica, pur se orientata nelle direzioni più congrue, né l'espansione creditizia, pur se attuata con coraggio, varranno, da soli, a restituirle vigore. Occorrerà che durante un certo intervallo temporale si realizzino incrementi della produttività in modi compatibili con i più progrediti assetti che si mira a stabilire nella vita aziendale e nelle condizioni di lavoro. Se ciò non accadrà saremo costretti ad accettare saggi di sviluppo inadeguati".

Oggi, aggiunge Visco, "non manca, come non è mancata in passato, la consapevolezza delle cose da fare. Ma i movimenti della politica, del corpo sociale sono apparsi impediti e l'azione è risultata largamente insufficiente rispetto al bisogno. Le conseguenze dell'immobilismo sono però diverse da quelle che si manifestavano negli anni settanta: mentre allora era l'inflazione, oggi è il ristagno".

Secondo il governatore della Banca d'Italia, "i segni di risveglio che vediamo sono incoraggianti, ma vanno confermati nei mesi e negli anni futuri: la costanza nell'azione riformatrice è essenziale. Solo affrontando risolutamente i nodi strutturali che hanno frenato l'economia italiana già prima delle recenti crisi, e ne hanno aggravato le conseguenze, sarà possibile riprendere un sentiero di crescita robusta e duratura".

Negli anni, infatti, secondo Visco, "siamo scivolati indietro, abbiamo accumulato ritardi nel cogliere le opportunità offerte dai grandi cambiamenti: la globalizzazione degli scambi e la rivoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione".

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