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Generali, cda: impugnare accordi per uscite Perissinotto e Agrusti

19 febbraio 2014 | 21.06
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Generali, cda: impugnare accordi per uscite Perissinotto e Agrusti

Al ceo di Generali Mario Greco, "al fine di tutelare con massima rapidità ed efficacia gli interessi patrimoniali della società", il cda ha dato mandato di "intraprendere le azioni giudiziarie in sede giuslavoristica volte a impugnare e contestare gli accordi risolutivi dei rapporti di lavoro conclusi con Giovanni Perissinotto e Raffaele Agrusti".

Le azioni giudiziarie saranno volte anche "all'estinzione dei titoli vantati da Raffaele Agrusti nei confronti della società, al recupero delle somme pagate a Giovanni Perissinotto, nonché - per entrambi - alla richiesta di risarcimento dei danni subiti a causa - spiega Generali - dell'inadempimento degli obblighi derivanti dai rispettivi rapporti di lavoro subordinato, adottando allo scopo ogni opportuna misura, iniziativa e azione".

Il cda di Generali, riferisce la società in una nota, ha deliberato di conferire mandato a Greco "di avviare immediatamente le idonee azioni risarcitorie e di responsabilità in sede giuslavoristica nei confronti sia di Giovanni Perissinotto, sia di Raffaele Agrusti".

La riunione del consiglio di amministrazione di Generali, riunitasi a Milano, "su richiesta di Ivass, ha esaminato - sottolinea la nota del gruppo - le valutazioni raggiunte dal Comitato Controllo e Rischi, anche alla luce di fatti e circostanze nuovi, in merito ad alcuni investimenti alternativi effettuati in passato".

Il cda ha "altresì deliberato di lasciare impregiudicata, allo stato degli atti e delle conoscenze, ogni facoltà in ordine all'avvio davanti alle sedi competenti di ogni altra iniziativa volta al ristoro di tutti i danni subiti".

La decisione di individuare, come sede, il Tribunale del Lavoro per procedere con le azioni risarcitorie nei confronti di Perissinotto e di Agrusti è stata presa dal cda di Generali perché consente di agire con più rapidità a tutela del danno patrimoniale subito. Sono state le consulenze legali esaminate nel corso del comitato rischi tenutosi martedì a indirizzare i vertici alla sede più idonea, cioè quella giuslavorista.

Il fatto che il cda abbia deciso di "lasciare impregiudicata, allo stato degli atti e delle conoscenze, ogni facoltà in ordine all'avvio di ogni altra iniziativa" non esclude dunque che, in futuro, se dovessero emergere nuovi elementi, il management agisca a livello legale anche in altri sedi. Non sono escluse nemmeno azioni di natura cautelare a tutela del patrimonio che si ritiene essere stato danneggiato dagli ex vertici della società.

Al centro della vicenda ci sono, spiega la nota, "alcuni investimenti alternativi". Si tratta, nel particolare, di sette operazioni effettuate da Perissinotto nel private equity e nei fondi alternativi, una delle quali riconducibile alla Fin.Int di Enrico Marchi e Andrea De Vido.

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