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Istat: inflazione a +0,7% in un anno. Il 'carrello della spesa' sale il doppio

21 febbraio 2014 | 14.24
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Istat: inflazione a +0,7% in un anno. Il 'carrello della spesa' sale il doppio

''Nel mese di gennaio 2014, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,7% nei confronti di gennaio 2013 (lo stesso valore di dicembre 2013), confermando la stima provvisoria''. Lo rileva l'Istat.

''A determinare la stabilità dell'inflazione è l'effetto combinato, da un lato dell'accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e l'ulteriore riduzione della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati; dall'altro, dei rallentamenti delle dinamiche inflazionistiche di gran parte delle rimanenti tipologie di prodotto, il più marcato dei quali interessa gli Alimentari freschi'', continua l'Istat. ''L''inflazione di fondo', al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, sale all'1,0%, dallo 0,9% di dicembre; mentre, al netto dei soli beni energetici, resta stabile all'1,0% -continua la nota-. Il rialzo mensile dell'indice generale è dovuto sia a fattori stagionali, che spiegano la crescita dei prezzi dei Vegetali freschi (+4,6%), sia agli aumenti congiunturali della maggior parte delle altre tipologie di beni e servizi; a mitigare questo rialzo è il calo mensile dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,6%), anch'essi influenzati da fattori di natura stagionale''.

''L'inflazione acquisita per il 2014 è pari allo 0,2% - prosegue l'Istat -. Il tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni scende allo 0,3%, dallo 0,4% di dicembre, mentre quello dei prezzi dei servizi sale all'1,1% (era +1,0% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di due decimi di punto percentuale rispetto a dicembre 2013''.

''I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto carrello della spesa, l'indice 'grocery', ndr) crescono dello 0,3% su base mensile e dell'1,3% su base annua (era +1,7% a dicembre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto registrano un rialzo congiunturale dello 0,4% e crescono dell'1,2% su base tendenziale (lo stesso valore rilevato a dicembre)'', continua l'Istat. ''L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce del 2,1% su base mensile e cresce dello 0,6% su base annua, con un rallentamento di un decimo di punto percentuale rispetto a dicembre (+0,7%). Anche in questo caso sono confermate le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi invernali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice Nic non tiene conto'', conclude la nota.

Per il Codacons, ''con il crollo dei consumi in atto, l'inflazione non dovrebbe nemmeno essere bassa, ma negativa. I prezzi, insomma, dovrebbero scendere, se ci fosse un libero mercato''. ''Questa bassa inflazione tradotta in cifre, equivale, in termini di aumento del costo della vita, ad una stangata annua pari a 234 euro per una famiglia di 3 persone, 248 per una di 4 componenti'', conclude il Codacons.

Pietro Giordano, presidente nazionale di Adiconsum, sottolinea che ''il vero problema non è in questo momento l'inflazione che rischiava di trasformarsi in deflazione con effetti devastanti per l'economia del Paese, ma è la contrazione del reddito delle famiglie dovuto alla pesante tassazione diretta ed indiretta e ad una disoccupazione giovanile femminile pesantissima accompagnata dalla diffusione degli ammortizzatori sociali come cassa integrazione e mobilità per l'assenza di occupazione''.

Coldiretti rileva, da parte sua, che ''sono i vegetali freschi a far segnare il maggior aumento congiunturale dei prezzi con un incremento del 4,6 per cento dovuto soprattutto alle bizzarrie del tempo con una finta primavera''.

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