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Sorgenia, Gdf Suez: "Impegnati su Tirreno Power, valutiamo ogni scenario"

27 febbraio 2014 | 20.07
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Sorgenia, Gdf Suez:

Su Tirreno Power "ancora nessuna decisione" è stata presa da Gdf Suez che "valuta ogni scenario" e "ribadisce il suo impegno" nella società che controlla al 50% insieme a Energia Italiana. Ad affermarlo all'Adnkronos è un portavoce del gruppo energetico francese, mentre in queste ore tra le ipotesi sul tavolo per cercare di risolvere la difficile situazione finanziaria di Sorgenia c'è anche quella di un maggiore coinvolgimento del gruppo transalpino in Tirreno Power.

Attualmente, sottolinea il portavoce di Gdf Suez, ''il management, gli azionisti e i finanziatori di Tirreno Power stanno valutando ogni scenario possibile e i relativi impatti''. Al momento, comunque, ''non è stata presa alcuna decisione''. Gdf Suez, tuttavia, ''ribadisce il proprio impegno, insieme a quello degli altri soci, nel tentativo di mantenere gli assets e il valore di Tirreno Power'' che è controllata al 50% da Gdf Suez e da Energia Italiana che è a sua volta controllata al 78% da Sorgenia, all'11% da Hera e all'11% da Iren.

Come altri produttori di elettricità in Italia, si rileva infatti, ''Tirreno Power è alle prese con condizioni di mercato sfavorevoli che hanno fortemente colpito la sua economia. Il management di Tirreno Power sta analizzando e iniziando ad attuare una serie di iniziative per migliorare la situazione''. E se un maggiore coinvolgimento nel prossimo futuro di Gdf Suez sembra possibile per Tirreno Power, sembra invece escluso quello di Hera e di Iren nel capitale sociale di Energia Italia. Fonti vicine al dossier infatti escludono categoricamente un incremento delle quote di Hera e di Iren, entrambe all'11% di Energia Italiana.

Intanto lunedì prossimo torneranno a riunirsi le banche e il board di Sorgenia. Sul tavolo c'è la richiesta degli Istituti bancari al gruppo di energia controllato dalla Cir di uno sforzo pari ad almeno 200-250 milioni per consentire alla società di ristrutturare il debito. La posizione della Cir sembra ancora lontana dalla richiesta dei 21 istituti creditori e prevede l'immissione di 'soli' 100 milioni nel capitale e non di più.

Lo scenario che sembra profilarsi a questo punto, è che le banche possano convertire il loro debito in capitale, diventando così prime azioniste della società. C'è però da capire se Mps, la più esposta con 600 milioni e primo creditore di Sorgenia, sia disposta ad entrare in un mercato difficile come quello energetico. A condizionare il futuro di Sorgenia anche la decisione del socio austriaco Verbund, di ritirarsi dalla partita svalutando a zero il suo 46% e dichiarandosi indisponibile ad ogni immissione di capitale.

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