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Istat: impatto limitato droga e prostituzione, aumenta solo 'perimetro'

22 maggio 2014 | 17.31
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Con l'inserimento di droga e prostituzione nel Pil cambierà davvero poco. Chi si aspettava, anche ironicamente, la possibilità di un 'salto' del prodotto interno lordo proporzionale alla tendenza all'illegalità del Paese, resterà deluso: il vero cambio di passo, infatti, si potrebbe paradossalmente ottenere solo se questi 'servizi' fossero liberalizzati. Solo cosi' i minori costi e le maggiori entrate fiscali potrebbero essere conteggiate realmente all'interno del Pil. Al contrario, si tratterebbe solo di "un cambio di perimetro".

Sono questi i dubbi e le perplessità sulla nuova metodologia annunciata dall'Istat che circolano nei principali uffici studi. La nuova metodologia, infatti, oltre alle difficoltà legate ad una stima del fenomeno, si limiterà a fotografare attività che sono gia' in corso e che soprattutto, sottolineano, non avrebbero nessuna ripercussione con quel Pil che 'conta' e che porta alla crescita di un Paese. Ma soprattutto, rilevano, "porterà all'interruzione delle serie storiche cui far riferimento" giudicata, questa, invece, una mancanza "molto importante". Allora paradossalmente, fanno notare, avrebbe un impatto maggiore la liberalizzazione di questi 'servizi' che ridurrebbe tutti i costi legati all'illegalità e rimetterebbe in circolo risorse importanti.

Secondo ultime stime del Procuratore Nazionale Antimafia, la droga è il mercato più attivo: quasi 25 miliardi di giro d'affari. E per capirne l'estensione basta confrontare il suo fatturato in Italia, 25 miliardi esentasse, con quello del comparto moda, il più importante del ramo tessile, che fattura 45 miliardi lordi.

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