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Quote latte, l'Ue ammonisce l'Italia: recuperare 1,39 miliardi di multe

10 luglio 2014 | 14.23
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La Commissione europea ha inviato all'Italia un parere motivato con la richiesta di procedere al recupero delle somme dovute dai produttori di latte che fra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote fissate. E' il secondo passaggio della procedura di infrazione

(Infophoto)
(Infophoto)

La Commissione europea ha inviato all'Italia un parere motivato con la richiesta di procedere al recupero delle multe dovuto dai produttori di latte che fra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote fissate. Su un totale di 2,2 miliardi l'Italia deve recuperare ancora 1,39 miliardi. Il parere motivato è il secondo passaggio nella procedura di infrazione comunitaria.

Secondo l'esecutivo di Bruxelles, il totale delle multe recuperate dall'Italia ''mostra che le Autorità italiane non hanno adottato o attuato misure sufficienti per assicurare che le somme dovute dai produttori multati vengano pagate''. Per la Commissione ''le capacità dell'Italia di recuperare queste multe compromette gli sforzi a livello europeo di stabilizzare il mercato dei prodotti del latte e distorce la competizione con gli altri produttori europei e italiani che hanno rispettato le quote di produzione o che hanno pagato le multe in caso di superamento delle quote''. Inoltre ''queste somme devono essere rimborsate all'Italia in modo che non siano i contribuenti italiani a dover pagare''.

Dopo che una lettera di messa in mora è stata inviata il 20 giugno del 2013, la Commissione ha fatto un passo avanti nella procedura d'infrazione con una opinione ragionata. In assenza di una risposta soddisfacente da parte dell'Italia entro due mesi, la Commissione potrebbe rivolgersi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.

"E' una eredità delle troppe incertezze e disattenzioni del passato nei confronti dell'Europa sulle quali è finalmente intervenuto con un deciso cambio di passo il presidente del Consiglio", osserva il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Le pendenze a cui fa riferimento l'Unione Europea riguardano appena 2mila produttori con 600 di loro che devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioè la gran parte del debito. Un comportamento che - conclude la Coldiretti - fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 36mila allevatori italiani e mette a rischio le casse dello Stato.

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