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Core business e 'pulizia': la sfida di Moretti, Descalzi e Starace

15 luglio 2014 | 19.10
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Semplificare, assicurando trasparenza: con questo obiettivo sono stati scelti nella prima tornata di nomine del governo Renzi per estendere alle grandi partecipate, Finmeccanica, Eni, Enel, l'azione di cambiamento e discontinuità

Core business e 'pulizia': la sfida di Moretti, Descalzi e Starace

Fare bene il proprio lavoro. Ovvero, concentrarsi sul core business e puntare tutto sui settori strategici. E farlo semplificando la struttura, facendo 'pulizia' nella macchina e assicurando trasparenza. Mauro Moretti, Claudio Descalzi e Francesco Starace sono stati scelti nella prima tornata di nomine del governo Renzi, tutti individuati per estendere alle grandi partecipate, Finmeccanica, Eni ed Enel, l'azione di cambiamento necessaria per segnare una discontinuità.

Le strategie - Tutti e tre, con le loro prime mosse, hanno confermato l'intenzione di procedere a un rapido aggiornamento delle strategie dei loro predecessori. E se c'è un comune denominatore è quello di voler puntare con decisione sulle attività core, quelle fondamentali per la propria mission aziendale.

Moretti ha chiarito, da subito, le sue intenzioni. La strada intrapresa dalla nuova guida della holding di Piazza Monte Grappa prevede la cessione di tutti gli asset non strategici: "Tutto ciò che non è core business è sotto i riflettori", la sintesi di Moretti, che a Londra, al salone di Farnborough, ha annunciato l'intenzione di portare al prossimo cda la cessione di Fata, lo stabilimento che fa progettazione industriale che, ha scandito, "con Finmeccanica non c'entra nulla".

Moretti e Finmeccanica - Già all'esordio, nel rapporto con le prime linee manageriali, l'ex 'ferroviere' ha impresso un cambiamento a prassi consolidate: ha inviato ai manager una richiesta esplicita: concordare con lui ogni incontro con militari e a livello istituzionale. Ovvero, stop a ogni iniziativa autonoma e centralizzazione delle relazioni più strategiche.

Altre due iniziative hanno marcato discontinuità sul piano della trasparenza: ha chiesto di indicare ogni 'rapporto di parentela o affinità con altri dipendenti in forza presso la società oppure altre società del gruppo Finmeccanica'; ha fatto riferimento a 'quanto previsto dal codice etico' chiedendo di specificare 'rapporti di coniugio, parentela o affinità con fornitori di prestazioni e di servizi e/o consulenti' e che 'non sussistono rispetto ai predetti soggetti circostanze di altra natura tali da determinare situazioni di conflitto d'interesse, anche potenziali'.

Descalzi e Eni - Rivoluzione nell'organigramma e squadra corta sono le linee guida con cui Descalzi ha scelto di focalizzare il management dell'Eni sulla priorità di rendere più immediata e diretta l'operatività del vertice aziendale.

Non solo. Anche nel caso di Descalzi, massima attenzione al core business e giro di vite sulle attività meno redditizie. A partire da una drastica razionalizzazione nel settore della raffinazione, anche a costo di suscitare la reazione negativa di tutto il fronte sindacale. Tanto da 'meritare' l'attenzione del 'New York Times'. Il nuovo ad del gruppo petrolifero italiano, scrive il quotidiano americano citando una nota degli analisti di Bernstein Research, "può rivelarsi come una versione maschile italiana di Margaret Thatcher nel suo confronto con i sindacati".

Starace e l'Enel - Core business, e quindi dismissioni, anche per Francesco Starace all'Enel. Priorità alla riduzione dell'indebitamento di 4,4 miliardi entro fine anno, portandolo sotto quota 37 miliardi. In questo caso, ad essere tagliate saranno le partecipazione all'estero considerate non strategiche. Nei giorni scorsi è stato già comunicato l'avvio per la dismissione degli asset in Romania e Slovacchia.

Starace, sul piano dell'organizzazione, sta puntando su una decisa semplificazione dell'organigramma societario, per rimettere a fuoco le strategie di gruppo, soprattutto in riferimento alle controllate.

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