Eurolandia porti avanti le riforme contro gli squilibri macroeconomici. E' questo il messaggio contenuto in un working paper del Fondo monetario internazionale.
"Miglioramenti dell'export restano altamente dipendenti dalla domanda esterna, anche all'interno della stessa eurozona" si legge nel rapporto. In particolare, si aggiunge, "la persistente debolezza della domanda nella zona euro frena significativamente la rapida crescita delle esportazioni in paesi come Italia e Portogallo". In generale "diveri indicatori indicano che restano significativi squilibri interni" nei paesi della moneta unica, affermano gli analisti del Fmi, sottolineando che "serve dunque una maggiore convergenza", anche alla luce di "tassi di disoccupazione che resteranno alti nel medio termine".
Sebbene in paesi come Irlanda e Spagna abbiano assistito ad una solida ripresa delle esportazioni dopo la crisi, "l'export è rimasto modesto, in particolare in Grecia ma anche in Italia e Portogallo", segno che "dagli inizi della crisi, la competitività non è migliorata". Molti paesi della zona euro, rileva ancora il rapporto, "inclusi i paesi in surplus, hanno continuato a perdere quote sui mercati mondiali". La ricetta? "Guardando al futuro, contare solo sugli aggiustamenti dei prezzi per riequilibrare la zona euro potrebbe rivelarsi molto impegnativo. Le riforme strutturali - concludono gli esperti del Fmi - avranno un ruolo importante nella ridistribuzione delle risorse al settore commerciale aumentando al contempo la competitività".
