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Diverse opzioni nella partita Alitalia-Etihad, si lavora sul nodo Poste

26 luglio 2014 | 11.27
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Secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti vicine al dossier, tra le ipotesi non è esclusa quella di un passo indietro della società guidata da Francesco Caio che non parteciperebbe all'aumento di capitale diluendo la quota. Lupi torna sulla spaccatura tra i sindacati sull'esito del referendum : "C'è solo un piano A, primi al mondo oppure 15mila a casa". E aggiunge: "Solo un marziano potrebbe riuscire a capire le polemiche"

(Infophoto)
(Infophoto)

Poste "continua a lavorare sull'accordo" Alitalia-Etihad. L'assicurazione, al termine di una giornata intensa, arriva dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Un'assicurazione necessaria viste le evidenti difficoltà che registra in queste ore la trattativa con la società guidata da Francesco Caio. Un nodo, quello della partecipazione di Poste, che resta ancora difficile da sciogliere. Tanto da passare in secondo piano il fronte sindacale, con le parole dure dello stesso Lupi, "solo un marziano potrebbe riuscire a capirli", e la replica del numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, che ritiene "la partita chiusa" e rivendica il peso dei sì della sua organizzazione.

E' stata una giornata di intenso lavoro per legali e advisor impegnati nella partita. E, secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti vicine al dossier, sono diverse le opzioni ancora sul tavolo per sciogliere il nodo della partecipazione di Poste, non esclusa quella di un passo indietro della società guidata da Francesco Caio.

Con la mediazione costante del governo, si cerca però una soluzione che possa tenere insieme le richieste avanzate da Caio, sostanzialmente quella di investire nella nuova e non nella vecchia Alitalia, con le esigenze manifestate da Etihad e dagli altri soci, in testa le banche. E oggi c'è stato anche un contatto telefonico tra l'Ad di Etihad James Hogan e Caio per parlare delle future potenziali sinergie.

Per questo, tra le simulazioni elaborate dagli advisor, si fa strada anche l'ipotesi di un disimpegno di Poste. In sostanza, non parteciperebbe all'aumento di capitale appena approvato dall'assemblea fino a 250 mln, vedendo diluire la propria quota. Evidentemente, questa strada comporterebbe un maggiore impegno finanziario degli altri soci, a partire da Unicredit, Atlantia e Intesa SanPaolo. Anche in questo senso andrebbe letta la visita di ieri a Palazzo Chigi dell'Ad della banca di piazza Cordusio Federico Ghizzoni e dell'ad di Atlantia Giovani Castellucci.

Le altre due strade percorribili, che rappresentano ancora soluzioni possibili su cui continua il lavoro dei tecnici, sono il sostanziale accoglimento della richiesta di Caio, e quindi un ingresso di Poste nella newco con Cai ed Etihad, e la costituzione di una newco 'intermedia' fra Cai e Poste, destinata poi a confluire, come unico socio, nella newco 'definitiva' con la compagnia araba.

La prima di queste ipotesi, spiegano le fonti interpellate, "sembra al momento la meno percorribile". Troppe le controindicazioni, a partire dalla contrarietà già manifestata da Etihad. Un atteggiamento che poggerebbe, per altro, sulla convinzione che uno schema a tre soci influirebbe in maniera negativa sulla governance e complicherebbe anche le relazioni con la Commissione Europea, attenta al peso che una compagnia extra europea assumerebbe nel capitale di una compagnia, la nuova Alitalia, che per tenere lo status di comunitaria deve avere una chiara maggioranza in mano italiana.

Rispetto alla seconda ipotesi, la nascita di una società 'cuscinetto', le perplessità maggiori restano quelle delle banche, che contesterebbero lo status di socio 'privilegiato' che spetterebbe a Poste, unico soggetto già presente in Cai che sarebbe sgravato del peso di contenziosi pregressi e debiti accumulati.

In questo scenario, il premier Matteo Renzi, riferiscono fonti finanziarie, avrebbe assicurato una forte moral suasion su Poste. Perchè la presenza della società di Caio resta un tassello importante del puzzle. Un passo indietro avrebbe infatti ripercussioni significative per tutti gli attuali soci di Cai, i grandi e soprattutto i più piccoli, che sarebbero chiamati a sostenere un ulteriore sforzo economico. Per questo, si spiega, l'obiettivo principale di queste ore, sul piano tecnico, è quello di verificare fino in fondo la fattibilità dell'opzione che prevede la newco 'intermedia'. In particolare, uno degli aspetti su cui si starebbe lavorando è quello della distribuzione dei dividendi. Si pensa a un meccanismo di compensazione a vantaggio dei soci, banche in testa, su cui continuerebbero a gravare debiti e contenziosi pregressi.

Ma il tempo stringe. Anche perché Etihad aspetta, a breve, risposte definitive. La sintesi la fa ancora una volta Lupi: "non c'è un piano B, c'è solo un piano A: l'Alitalia può diventare la prima compagnia al mondo oppure 15mila lavoratori vanno a casa".

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