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Riforme, Draghi: gli Stati cedano sovranità. Bce pronta a misure non convenzionali

07 agosto 2014 | 15.10
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Per il presidente della Banca centrale europea , "è il tempo di iniziare a condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturali". La politica monetaria "resterà accomodante" con una previsione di "tassi sul livello attuale per un lungo periodo". E sulla ripresa dice: "Moderata e disomogenea". Renzi: "D'accordo con lui, dobbiamo rimettere in ordine l'Italia"

Riforme, Draghi: gli Stati cedano sovranità. Bce pronta a misure non convenzionali

"E' probabilmente giunto il tempo di iniziare a condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturali". Ad affermarlo, al termine del consiglio direttivo, è il presidente della Bce Mario Draghi, sottolineando la necessità di "fare sul piano delle riforme strutturali quello che è stato fatto a livello di bilancio".

L'inflazione nell'area dell'euro "resterà debole prima di risalire nel 2015 e nel 2016". Il Consiglio della Bce "è unanimemente determinato" a usare anche misure non convenzionali, se necessario, afferma il presidente Bce, convinto che "gli interventi riporteranno l'inflazione verso l'obiettivo del 2%".

Restano "rischi al ribasso sulla crescita" nell'area Euro, evidenzia Draghi. In particolare, "i rischi geopolitici hanno il potenziale di incidere negativamente sulla crescita". Così come le "riforme strutturali insufficienti" di fronte "a una domanda interna più bassa del previsto".

Rischi geopolitici - Sono infatti "cresciuti" i rischi geopolitici. E, in particolare, la crisi in Ucraina "ha un peso maggiore sull'Europa" che nel resto del mondo.

Riforme strutturali - Inoltre, dice il presidente Bce, i governi devono "procedere" con le riforme strutturali che "vanno focalizzate sullo stimolo degli investimenti e la creazione di posti di lavoro". L'istituto di Francoforte conferma la sua 'forward guidance', con una politica monetaria che "resterà accomodante" e la previsione di "tassi sul livello attuale per un lungo periodo". Per quanto riguarda la ripresa, "gli indicatori confermano che la ripresa nell'area dell'euro resta moderata ma disomogenea".

Le parole del numero della Bce raccolgono il plauso del presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Draghi ha detto una cosa sacrosanta e stravera: abbiamo bisogno di rimettere in ordine l'Italia per farla diventare piu' competitiva. Per questo servono le riforme", ha detto il premier a In Onda su La7.

"L'Italia non è finita, con buona pace dei gufi e degli sciacalli", ha aggiunto Renzi. "Tecnicamente non siamo mai usciti dalla recessione", ma l'Italia è in grado di ripartire. E comunque, "lavoreremo di più e lavoreremo meglio per portare l'Italia fuori dalla recessione. Ma io ho detto di cambiare verso - ha sottolineato Renzi -, non di cambiare l'universo. Quello è un potere da fumetti".

E sugli 80 euro. "Sono un atto di giustizia sociale - ha detto Renzi - Se una famiglia si può permettere una serata in pizzeria in più per me, Pil o non Pil, è una fatto di civiltà del Paese".

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