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Spending review: piano partecipate, ridurle in 3 anni da 8.000 a 1.000

07 agosto 2014 | 20.47
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Ridurre il numero delle partecipate pubblico da 8.000 a 1.000 nel giro di un triennio. E' l'obiettivo del programma di razionalizzazione delle partecipate locali, pubblicato sul blog del commissario Carlo Cottarelli, dopo la presentazione al premier Matteo Renzi e al comitato interministeriale. Si punta a "favorirne l'aggregazione e lo sfruttamento di economie di scala" e, anche per questa via, di "migliorarne l'efficienza, con benefici per la finanza pubblica (i possibili risparmi a regime sono stimati in almeno 2-3 miliardi) e per la qualità dei servizi offerti".

La strategia proposta, si legge nel documento, è basata su quattro cardini: circoscrivere il campo di azione delle partecipate entro lo stretto perimetro dei compiti istituzionali dell'ente partecipante, rafforzando quanto previsto in proposito dalla legge finanziaria del 2008; introdurre vincoli diretti su varie forme di partecipazioni; fare ampio ricorso alla trasparenza e alla pressione dell'opinione pubblica adeguatamente informata come strumento di controllo; promuovere l'efficienza delle partecipate che rimarranno operative, attraverso l'uso diffuso dei costi standard, e l'aggregazione tra partecipate che offrono servizi simili per sfruttare al meglio le economie di scala.

CIRCOSCRIVERE IL PERIMETRO. Il primo punto è dare piena attuazione alla norma (introdotta con la legge finanziaria del 2008) per cui le partecipate devono agire strettamente entro i compiti istituzionali dell'ente pubblico partecipante, evitando di produrre beni e servizi che il settore privato può offrire .

VINCOLI DIRETTI. Al fine di ridurre ulteriormente il rischio di detenzione di partecipate non essenziali, si propone di limitare le: partecipazioni indirette (partecipate di partecipate) , ''micropartecipazioni'' (partecipazioni troppo piccole per essere considerate strategiche), le ''scatole vuote'' (partecipate con un numero bassissimo di dipendenti e fatturato, ma che comunque richiedono un apparato di amministrazione) , partecipate in perdita prolungata, partecipate da piccoli comuni.

TRASPARENZA E OPINIONE PUBBLICA. Maggiore trasparenza delle informazioni sulle partecipate vuol dire maggiore pressione da parte dell'opinione pubblica e quindi maggiore efficienza. Oltre che miglioramenti nella gestione delle informazioni (con la definizione di un testo unico sul le partecipate locali e la creazione di una banca dati unica sulle partecipate), si propone la messa a disposizione al pubblico di indicatori di efficienza e strumenti di business intelligence, seguendo il modello in via di completamento seguito per i fabbisogni e costi standard dei comuni.

PROMUOVERE L'EFFICIENZA. Si propone una strategica basata su quattro componenti. Primo, l'uso diffuso dei costi standard come strumento di gestione, incluso per la determinazione dei trasferimenti necessari alle partecip ate. Secondo, l'a ggrega zione di partecipate che offrono servizi simili. Questo aspetto è particolarmente rilevante per il settore dei servizi pubblici locali a rete ( acqua, gas, rifiuti e elettricità) . La soluzione è quella di utilizzare la disciplina sugl i ambiti territoriali ottimali per promuovere gare e affidamenti su territori sufficientemente ampi. Terzo, una strategia ad hoc per il difficile caso del trasporto pubblico locale, che manifesta perdite particolarmente elevate ed indici di efficienza molt o deboli anche sulla base di confronti internazionali. Quarto, la definizione, per le venti partecipate con perdite più elevate, di piani di rientro che dovrebbero essere approvati centralmente, con possibilità di commissariamento in assenza di progressi.

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