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Sblocca Italia, l'attesa degli imprenditori tra speranza e scetticismo

27 agosto 2014 | 17.32
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Il settore produttivo esprime aspettative e dubbi in vista del provvedimento che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri venerdì e contenere interventi per infrastrutture e opere pubbliche. Ad agosto scende la fiducia dei consumatori. "Autunno nero in vista sul fronte delle vendite"

Foto Infophoto - INFOPHOTO
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In vista del provvedimento Sblocca Italia che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri venerdì e contenere interventi per infrastrutture e opere pubbliche, gli imprenditori si dividono fra chi guarda alla manovra con un senso di fiducia e chi invece teme che tutto si concluda nella solita politica degli annunci-spot.

Per il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, lo 'Sblocca Italia' "può essere l'occasione per una energica iniezione di fiducia per la nostra economia. In questo quadro, gli interventi di stimolo al settore immobiliare - che sta soffrendo da quasi tre anni di una crisi senza precedenti, determinata in massima parte dall'aumento di tassazione imposto al comparto a partire dal 2012 - rappresentano un elemento imprescindibile per il rilancio del Paese, per via della miriade di attività collegate alla casa". "A parte l'effetto volano sull'intera economia, riduzioni fiscali - a partire da un intervento sui moltiplicatori catastali IMU-TASI - e forti incentivi - aggiunge Sforza Fogliani - consentirebbero di rimettere in circolo almeno parte di quei 700/800 mila immobili che i proprietari non possono affittare perché bisognosi di costosi lavori di riattamento, generando attività per 8/10 miliardi di euro".

Anche il presidente dell'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori, Paolo Buzzetti, è fiducioso. "Il provvedimento va bene perché mette al centro l'edilizia per ripartire. Ma ci devono essere le risorse, una cospicua iniezione di investimenti pubblici per le piccole opere di manutenzione del territorio e delle città e per completare finalmente le Grandi Opere. Insomma serve una 'botta', uno 'shock' di soldi pubblici come è avvenuto negli Stati Uniti, in Giappone e in Inghilterra" afferma Buzzetti a Labitalia. "Al di là della questione del 3% e dell'Europa, si deve tornare a investire, insieme alle riforme, per creare lavoro e impresa". E per Buzzetti sono necessari investimenti cospicui. "Noi avevamo stimato una cifra intorno ai 120-130 miliardi -spiega- indicando anche una tempistica: subito 5 miliardi, poi 20, poi altri 20...Di certo -ribadisce- il provvedimento deve contenere risorse, altrimenti perde di contenuto".

A esprimere dubbi è invece Maurizio Casasco, presidente della Confapi, la confederazione italiana della piccola e media impresa privata. "Siamo stufi di commentare spot e ed enunciazioni. Si tagli la spesa pubblica e la burocrazia, quello sì che sarebbe lo 'Sblocca-Italia. Servono le riforme vere, che non sono quelle sul sistema elettorale'".

Marina Calderone, presidente Comitato unitario delle professioni (Cup), auspica "che i provvedimenti vadano a favore delle imprese e, quindi, dell'economia, invertendo così il trend negativo che c'è al momento". "Non è possibile non sottolineare -avverte- come attualmente per le pmi italiane, vera spina dorsale del Paese, non ci sia nessun provvedimento di sostegno". "Solo dal lavoro autonomo, dalle imprese e dalle professioni -fa notare Marina Calderone- nasce occupazione e, quindi, ci aspettiamo misure utili al rilancio dell'economia".

Anche Luciano Miotto, vicepresidente di Confindustria Veneto, è scettico. "Da quel che leggo credo si sbloccherà qualche attività ma non vedo grandi iniziative per le industrie. E quanto allo sblocco delle infrastrutture spero non si tratti di un semplice annuncio, poi facile preda dei veti locali".

A indicare le aspettative di tanti imprenditori del Sud interviene invece Filippo Callipo, patron della storica azienda di famiglia, che esorta a puntare sulle infrastrutture o la Calabria muore, avverte. "Serve attenzione per il nostro territorio e per Gioia Tauro, possibile propulsore e turbina di uno sviluppo che si irradierebbe per tutto il meridione", spiega. E nel lungo elenco di opere necessarie spiccano la statale ionica 106 e la Salerno-Reggio Calabria, "che sono 40 anni che se ne parla", ma soprattutto "quel gioiellino tenuto in cassaforte che è Gioia Tauro che meriterebbe di essere valorizzato", con cui dare ossigeno a tutto il territorio.

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