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Il caffè non ha più segreti. Mappato il genoma del preziosissimo chicco

05 settembre 2014 | 15.16
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L'infuso rappresenta la seconda commodity per valore commerciale, dopo il petrolio. I ricercatori: "Gli insetti impollinatori ritornano più spesso sui fiori, ricchi di caffeina, per 'bere un altro sorso' di nettare"

(Xinhua)
(Xinhua)

Sequenziato il genoma del caffè. Dopo i pomodori e le patate, gli scienziati sono riusciti a mappare quello di una pianta, il cui infuso conta oltre due miliardi di tazzine consumate al giorno, e rappresenta la seconda commodity per valore commerciale, dopo il petrolio. Lo studio è pubblicato nell'ultimo numero della prestigiosa rivista 'Science' e riporta la decodifica del genoma del caffè, una delle maggiori piante alimentari, alla base, nel nostro Paese, di una fiorente industria di trasformazione italiana. Ricercatori provenienti da nove Paesi - Italia, Francia, Usa, Canada, Australia, Germania, Brasile, India e Indonesia - hanno sequenziato il genoma di Coffea canephora (o robusta), che costituisce circa il 35% della produzione mondiale di caffè. Nel team di ricerca internazionale, l'Italia conta la partecipazione di ricercatori dell'Enea e dell'Università di Trieste. "Il genoma del caffè è piuttosto 'semplice' ed è simile a quello, ipotetico, del progenitore comune di tutte le Asteridi, che comprendono il 25% delle piante superiori. Contiene circa 27mila geni, contro i 35 mila del pomodoro e della patata, che sono evolutivamente vicine al caffè, ma in cui il genoma si è triplicato circa 70 milioni di anni fa" spiega Giovanni Giuliano, che nello studio ha coordinato i ricercatori dell'Enea. Malgrado l'assenza della triplicazione nel caffè, "alcuni geni specifici, come quelli che sintetizzano la caffeina, si sono duplicati, rimanendo sul cromosoma originario o saltando su cromosomi diversi, e poi si sono specializzati nella sintesi di questa sostanza" aggiunge lo scienziato dell'Enea, Giovanni Giuliano.

Lo studio di questi eventi di duplicazione in altre specie, sottolinea, "ci ha permesso di concludere che la caffeina è stata 'inventata' più di una volta durante l'evoluzione delle piante". Questa conclusione, rimarca il responsabile del team Enea, "è in accordo con la presenza della caffeina in molte piante diverse come il tè, il cacao, il guaranà e la yerba mate e con la sua importanza per la loro ecologia". E uno studio recente, pubblicato anch'esso su Science, ricorda Giuliano, "dimostra che gli insetti impollinatori ritornano più spesso sui fiori ricchi di caffeina per 'bere un altro sorso' di nettare".

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