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La Bce avverte: a rischio l'obiettivo deficit/pil, l'Italia rafforzi il consolidamento dei conti

11 settembre 2014 | 10.52
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Il bollettino dell'Istituto di Francoforte: "Persistono i rischi per il conseguimento dell'obiettivo di disavanzo pubblico per il 2014, soprattutto alla luce di andamenti economici peggiori delle attese". E "nell'eurozona nel terzo trimestre crescita modesta, l'espansione ha perso slancio"

(Xinhua)
(Xinhua)

"Persistono i rischi per il conseguimento dell'obiettivo di disavanzo pubblico per il 2014" dell'Italia (deficit/pil al 2,6%), "soprattutto alla luce di andamenti economici peggiori delle attese". Ad affermarlo, nel bollettino di settembre, è la Bce. In Italia, rileva l'Istituto di Francoforte, le amministrazioni pubbliche hanno registrato nel primo trimestre dell'anno un disavanzo pari a circa l'1,6% del pil su base annua".

Questo risultato, sottolinea la Bce, segna un miglioramento di 0,2 punti percentuali sullo stesso periodo dello scorso anno che può essere ricondotto principalmente a un calo della spesa pubblica, specie di quella in conto capitale, a fronte di un rapporto entrate/pil annuo pressoché costante. Gli ultimi dati disponibili del bilancio del settore statale sulle entrate tributarie per i sei mesi fino a giugno 2014, osserva la Bce, indicano una diminuzione di circa lo 0,1 per cento del pil su base annua rispetto al periodo corrispondente dell'anno scorso. "Tale calo può, tuttavia, essere imputabile a scadenze diverse per il versamento delle imposte, in particolare nel caso della tassazione del lavoro autonomo e degli immobili", sottolinea la Bce.

"E' importante - rimarca l'Istituto di Francoforte - rafforzare ulteriormente l'orientamento delle politiche di bilancio nazionali al fine di assicurare il rispetto degli obblighi del Patto di stabilità, in particolare per quanto riguarda la riduzione del debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al pil".

Nel terzo trimestre modesta crescita - Più in generale, i dati delle indagini disponibili fino ad agosto indicano che l'espansione ciclica nel terzo trimestre "ha perso slancio, pur rimanendo in linea con una modesta crescita". Dopo quattro trimestri di modesta espansione, rileva l'Istituto di Francoforte, "il pil reale dell'area dell'euro è rimasto invariato nel secondo trimestre dell'anno rispetto al precedente. Questo risultato è stato inferiore alle attese, benché dovuto in parte a fattori transitori". Questi elementi, rileva la Bce, si riflettono nelle proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate in settembre dagli esperti della Bce, che indicano una crescita del pil in termini reali dello 0,9% nel 2014, dell'1,6 nel 2015 e dell'1,9 nel 2016. Rispetto all'esercizio di giugno, condotto dagli esperti dell'Eurosistema, l'espansione del pil è stata rivista al ribasso per il 2014 e il 2015 e al rialzo per il 2016.

Il Consiglio direttivo della Bce, si legge ancora, "ritiene che i rischi per le prospettive economiche dell'area dell'euro siano orientati al ribasso". In particolare, osserva l'Istituto di Francoforte, "la perdita di slancio dell'economia può frenare gli investimenti privati e gli accresciuti rischi geopolitici potrebbero esercitare un ulteriore impatto negativo sulla fiducia di imprese e consumatori. Un altro rischio al ribasso è connesso a riforme strutturali insufficienti nei paesi dell'area dell'euro".

Per la Bce, "ora occorre chiaramente imprimere slancio agli sforzi compiuti per incrementare la crescita e l'occupazione su base sostenibile nell'area dell'euro". Sul fronte delle riforme strutturali, evidenzia l'Eurotower, diversi Stati membri dell'area dell'euro "hanno compiuto passi importanti, mentre altri devono ancora dotarsi dei necessari strumenti normativi e quindi procedere all'attuazione delle misure". Per l'Istituto di Francoforte, "è necessario intervenire con determinazione sul versante delle riforme strutturali nei mercati dei beni e servizi e del lavoro, nonché agire per migliorare il contesto in cui operano le imprese".

Attenzione all'andamento dei prezzi - Sul fronte dei prezzi, il Consiglio direttivo della Bce, tenuto conto delle misure decise il 4 settembre tra cui il taglio di 10 punti base del tasso di riferimento sceso allo 0,05%, "continuerà a seguire con attenzione i rischi per le prospettive sull'andamento dei prezzi nel medio periodo". Le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate in settembre dagli esperti della Bce indicano un'inflazione al consumo dello 0,6% nel 2014, dell'1,1 nel 2015 e dell'1,4 nel 2016. Rispetto all'esercizio di giugno, condotto dagli esperti dell'Eurosistema, il tasso di inflazione previsto per il 2014 è stato corretto al ribasso, mentre le proiezioni per il 2015 e il 2016 sono rimaste invariate.

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