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Expo, Acerbo si dimette da delegato ma resta a Padiglione Italia

18 settembre 2014 | 19.14
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L'annuncio del commissario unico Sala in seguito all'apertura di una indagine per corruzione e turbativa d'asta in merito agli appalti del progetto 'Vie d'Acqua'. Cantone: "Scelta provvisoria, dovuta all'emergenza". E ha aggiunto: "Sul progetto nessun commissariamento per ora"

Antonio Acerbo (Foto Infophoto) - PRISMA
Antonio Acerbo (Foto Infophoto) - PRISMA

Antonio Acerbo, indagato per corruzione e turbativa d'asta , si è dimesso dall'incarico di commissario delegato di Expo 2015 ma resterà a Padiglione Italia. "Ho chiesto ad Acerbo di fare un passo indietro rispetto al ruolo di delegato e, contestualmente, d'accordo con il presidente di Expo Diana Bracco, ho chiesto un supporto al presidente Maroni sottolineando la necessità che possa continuare a lavorare sul Padiglione Italia". Così il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala, al termine dell'incontro nella sede Expo di via Rovello con il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, il presidente di Expo 2015 Diana Bracco e il responsabile unico di procedimento del Padiglione Italia Acerbo, per discutere dei possibili risvolti derivanti dall'apertura dell'indagine in merito agli appalti del progetto 'Vie d'Acqua'. "Sul futuro - aggiunge Sala- vedremo, ma diciamo che la volontà è di ricominciare con Acerbo con un ruolo limitato e concentrato sul Padiglione Italia".

"Acerbo - prosegue Sala - si è detto d'accordo, capisce le logiche che ci conducono a queste decisioni. Si è dimostrato positivo e si è detto a disposizione per continuare la sua opera nell'ambito del Padiglione Italia". Durante la conferenza stampa indetta al termine dell'incontro, Sala ha poi ripercorso le tappe che lo hanno portato a scegliere Acerbo come suo subcommissario, sottolineando il rapporto di fiducia che resta tuttora confermato: "Io ho fiducia in Acerbo, ma è ovvio che se la magistratura assumesse un provvedimento restrittivo, per me smetterebbe subito di svolgere il suo ruolo". Poi precisa: "Fino a prova contraria la mia fiducia non scema. Dopodiché si va avanti e si vedrà". Quanto alla possibilità che, in caso di una eventuale emissione di provvedimenti da parte della magistratura a carico di Acerbo, possa dare anche lui le dimissioni, Sala dice: "La mia scomoda sedia è a disposizione sempre e in qualunque momento". Qualora gli azionisti valutassero l'utilità di un passo indietro, "darei sicuramente un supporto a chi dovesse prendere il mio posto per continuare il lavoro. Io sono a disposizione, poi finché mi si mi si chiede di andare avanti, il mio dovere lo faccio".

Si tratta comunque di una "scelta provvisoria", "dovuta all'emergenza del momento", ha commentato Cantone la decisione di un passo indietro di Acerbo che continuerà il suo lavoro a Padiglione Italia, dove "il suo ruolo è rilevante". "Io credo - ha spiegato il presidente dell'Autorità anticorruzione - che questa sia una soluzione interlocutoria anche per capire; questa vicenda merita di essere sedimentata. Credo che comunque sia un segnale positivo essere intervenuti, sulla questione principale, immediatamente".

Quanto alla scelta di lasciare Acerbo al Padiglione Italia "credo che questa sia anche un po' una prima soluzione provvisoria", ha sottolineato Cantone ricordando che gli affidamenti diretti "ci sono già stati", mentre resta "il problema dell'Albero della vita che è un appalto da 10 milioni di euro".

E dopo aver definito un atto corretto e doverosamente rispettoso dell'attività della magistratura le dimissioni di Acerbo, Cantone ha annunciato che l'appalto delle 'Vie d'acqua' non sarà commissariato, almeno per il momento. "Il presupposto del commissariamento - ha spiegato - è l'esistenza di una base probatoria particolarmente rilevante, che accerta l'esistenza di una serie di reati facenti capo all'art. 32".

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